Violenza sui bambini, nuove povertà, isolamento, regressi scolastici, diagnosi mancate. Sono anche queste le conseguenze di covid-19 e delle chiusure di scuole e attività, compreso il mancato accesso a cure e controlli. Ma di questo ci si occupa molto poco, a vantaggio di altre problematiche, talvolta enfatizzate senza una reale motivazione scientifica. Anche di questo si è parlato al 32° Congresso Acp, appena concluso, che quest’anno ha ospitato esperti nazionali e internazionali, invitati a un confronto a tema covid-19.
Traumi da abuso decuplicati nel lockdown: è questa la pandemia
“Si è parlato tanto della sindrome iper-infiammatoria, rara complicanza di covid-19, ma ha coinvolto e coinvolge pochissimi* bambini rispetto a chi è maltrattato. Al contrario, abbiamo dati** decuplicati sui bambini con trauma cranico da abuso”, ha detto Costantino Panza, pediatra di famiglia, coordinatore delle Pagine elettroniche di Quaderni ACP.
“Dobbiamo anche tenere a mente che stare a casa da scuola significa per molti bambini rinunciare all’unico pasto completo, ed essere esposti alle difficoltà psicologiche e allo stress degli adulti”, ha aggiunto Federica Zanetto, presidente Acp.
Perry Klass: “Tra i bimbi morti di covid-19, il 45% era ispanico e il 29% afroamericano”
“L’emergenza covid-19 negli Stati Uniti ha determinato una perdita dei progressi educativi nei bimbi con disabilità dello sviluppo e stress estremo per le famiglie colpite da malattie, perdita del lavoro, povertà e insicurezza abitativa”, ha detto nel suo intervento Perri Klass, star internazionale della pediatria e opinionista del New York Times, ricordando che i bambini hanno rappresentato solo il 10% di tutti i casi di covid-19 negli Stati Uniti. “Con oltre 200mila decessi da covid-19, ricercatori e medici ancora non si capacitano che i decessi tra i minori siano stati solo 100. I bambini hanno molte più probabilità di morire per omicidi, annegamento o ustioni”. Significativo che, tra i bimbi morti di covid, “il 45% fosse ispanico e il 29% afroamericano: i loro genitori sono più spesso lavoratori essenziali e vulnerabili, le famiglie vivono in povertà e senza accesso garantito all’assistenza sanitaria, e hanno sottostanti disparità di salute come l’obesità”. Insomma, anche dagli Usa, abbiamo dati a conferma della bassa incidenza di covid-19 nei bambini: cosa che rende le scuole tendenzialmente più sicure rispetto ad altri luoghi di aggregazione. Allo stesso tempo, le conseguenze delle chiusure prolungate degli istituti scolastici portano danni certi.
Angel Carrasco: “A Madrid un forte aumento delle ustioni non accidentali tra i bambini”
“Il lockdown è iniziato da noi il 15 marzo ed è stato particolarmente duro per i bambini”, racconta Angel Carrasco, Presidente della Confederazione Europea delle cure primarie pediatriche a Madrid. “Anche noi abbiamo contato un significativo aumento delle lesioni non accidentali tra i minori, specialmente ustioni”. Ora, anche la Spagna affronta una pesantissima seconda ondata, che coinvolge però soprattutto giovani adulti. Nell’ultimo mese, i bambini (0-14 anni) sono stati circa il 10% dei casi totali, 2/3 dei quali sopra i 5 anni. “La pandemia più grave è l’aumento della povertà nelle fasce deboli, l’aumento della violenza sui bambini, la mancanza di follow up per quei bambini con malattie croniche, ma anche la mancanza di controlli di base adeguati, che potranno portare a un aumento delle malattie croniche non diagnosticate”, continua Carrasco.
“Nella seconda ondata, in Spagna, la gestione non è migliorata. Riaprire tutto, dopo il lockdown, è stato un enorme errore. Ma siamo sicuri di una cosa: le scuole avevano bisogno di riaprire e devono restare aperte. La scuola è importante per tutti e per i bimbi vulnerabili in particolare. Le scuole bene organizzate non hanno prodotto grandi focolai: questo è ciò che vediamo. Gli adulti e i giovani adulti, nelle università e nella movida, sono il problema. Le scuole no. Quello che serve sono più risorse: abbiamo pochi servizi e poco personale, come in Italia”.
Costantino Panza: “La corsa italiana ai vaccini non è razionale”
Siamo sottoposti a un vortice di informazioni riguardo covid-19 e questo non danneggia solo l’opinione pubblica e il diritto del singolo a formarsi una opinione sostenuta da fatti, ma danneggia anche medici e pediatri, messi sottopressione dalle richieste dei pazienti.
“La notizia che vaccinarsi contro l’influenza possa aiutare i bambini contro il nuovo coronavirus è stata distorta. Si tratta solo di un’ipotesi, non avvalorata, ma dal condizionale, diversi titoli della stampa italiana, sono passati alla certezza”, ha ricordato Panza. “Inoltre, se leggiamo quell’ormai celebre articolo, fino in fondo, scopriamo anche conflitti di interesse discreti e impegnativi. Non significa che lo studio non abbia valore, ma ci aiuta a inquadrare”. L’attuale corsa ai vaccini antinfluenzali nei bambini sani è dunque una corsa parzialmente irrazionale e non supportata a pieno, come Acp ha ribadito più volte.
* Ne ha contati 10 l’ospedale Papa Giovanni di Bergamo durante il lockdown.
** Dati dell’ospedale Great Ormond Street di Londra che ha messo a confronto il periodo del lockdown del 2020 con lo stesso periodo negli anni precedenti, trovando un rapporto di 10 a 1 nei bambini ricoverati per trauma cranico da abuso.
ACP è una libera associazione che raccoglie 1.400 pediatri in 35 gruppi locali, finalizzata allo sviluppo della cultura pediatrica e alla promozione della salute del bambino.
Svolge attività di formazione, ricerca, informazione dell’educazione sanitaria, definizione di protocolli diagnostico-terapeutici e valutazione della qualità delle cure. Supporta programmi di cooperazione internazionale.
Come ha sottolineato uno studio pubblicato dal British Medical Journal, rappresenta un esempio virtuoso di indipendenza. Assieme a rarissime altre società medico-scientifiche, abbiamo adottato un codice etico con norme puntuali e severe che ci mantiene liberi rispetto ai rapporti con l’industria.