Si muore di meno per Covid-19 in questo inizio di seconda ondata rispetto alla prima. Il numero di decessi tra febbraio e marzo aumentava infatti giornalmente del 4,6%, mentre tra settembre e ottobre l’incremento giornaliero medio e’ dello 0,13%. A evidenziarlo e’ il nuovo rapporto OsservaSalute, con dati aggiornati al 24 ottobre, ). Rispetto alla prima fase, si legge, “la riduzione dei decessi puo’ essere dovuta sia a una maggiore capacita’ di cura sia a una popolazione meno fragile, anche perche’ nella prima fase sono decedute le persone piu’ anziane e fragili“, spiega Alessandro Solipaca, direttore Scientifico dell’Osservatorio. E’ importante migliorare la capacita’ di tracciamento dei contagi, per evitare che gli asintomatici possano trasmettere il virus. “E’ stato molto grave – afferma Ricciardi – che, nella prima fase, circa 700mila siano sfuggiti alla diagnosi pur avendo i sintomi riconducibili al virus. Questo ha favorito sicuramente molti contagi che si sarebbero potuti evitare con un confinamento fiduciario”.
Il rapporto mostra anche la crescente pressione sulle strutture sanitarie in 7 regioni che vivono oggi un aumento esponenziale dei ricoveri e delle terapie intensive, se confrontato con quello della fase acuta di aprile. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, coordinato dal Professor Walter Ricciardi, Direttore dell’Osservatorio e Ordinario di Igiene all’Universita’ Cattolica di Roma e da Alessandro Solipaca, direttore Scientifico dell’Osservatorio, in testa alle regioni in difficolta’ si conferma la Campania, con ricoveri piu’ che raddoppiati rispetto ad aprile (+254%) e un +88% di posti letto in terapia intensiva occupati, seguita dal Lazio che ha un numero di ricoveri del +130% rispetto ad aprile e +82% di terapie intensive. Seguono la Sardegna (+250% ricoveri e 126% terapie intensive) e la Sicilia (+129% di ricoveri +132% terapie intensive), quindi Umbria (+124% ricoveri e +64% terapie intensive), Puglia (+86% ricoveri e +53 terapie intensive) e Basilicata (+136% ricoveri e +33% terapie intensive).