Coronavirus, Spada (Humanitas): “Settimana difficile e altre ne verranno, servivano investimenti straordinari sul tracciamento”

"Avremmo voluto vedere quadruplicato il personale per il tracciamento, investimenti straordinari. Ora è tardi, il contenimento è molto difficile"
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“E’ stata una settimana difficile” e “altre ne verranno secondo Paolo Spada, chirurgo vascolare all’Humanitas Research Hospital, che ogni giorno commenta il bollettino dei contagi da Covid-19 sulla pagina social ‘Pillole di ottimismo’. “Il raffronto con marzo andrebbe fatto con numeri 10 volte maggiori – premette – ma stabilire quando si fermerà la crescita non è possibile”. “Da mesi – ricorda il condirettore della rubrica lanciata dal virologo italiano negli Usa Guido Silvestri – insistiamo qui sul rapporto tra positivi e persone testate. Chi legge ricorderà che fin da agosto abbiamo cominciato a segnalare che ci stavamo spostando dalla linea del 2%. La preoccupazione non era sul numero di contagi in sé, ma su quel segno, che faceva temere una lentezza del sistema di tracciamento nell’adattarsi alle richieste crescenti. Un’epidemia non è tanto diversa da un incendio – sottolinea Spada – e cercare di contenerlo quando le fiamme sono limitate è l’unico modo per evitare che cresca e si allarghi. A differenza di altri Paesi, che si sono svegliati con oltre 1.000 casi al giorno, noi abbiamo usato bene il tracciamento per molte settimane, mantenendo basso il livello. Anche l’uso più esteso delle mascherine ha fatto certamente la differenza. Ma i pochi mezzi a disposizione – soprattutto tamponi e personale sul territorio – non sono stati più sufficienti quando le condizioni di contorno sono cambiate (clima più freddo, ripresa delle attività eccetera). Questo vento, peraltro ampiamente previsto, ha alimentato le fiamme, e a quel punto il nostro piccolo estintore ha potuto fare ben poco”.

Avremmo voluto vedere quadruplicato il personale per il tracciamento, investimenti straordinari”, riflette il medico. “Ora è evidentemente tardi, il contenimento è molto difficile, e gran parte del vantaggio rispetto agli altri Paesi europei è sfumato. Quel rapporto positivi/persone testate, nonostante lo sforzo di arrivare a 165mila tamponi al giorno, resta molto elevato, ma ha anche perso significato, gonfiato dall’uso dei test rapidi, ancora non contati nel denominatore. Lo stesso numero di nuovi positivi ogni giorno dice relativamente”, osserva Spada. “In questa rincorsa del virus, la velocità o la lentezza giocano un ruolo importante”.

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