Il miracolo cinese: il turismo torna ai livelli pre-Covid con milioni di persone in viaggio, un impressionante recupero con zero contagi [FOTO]

Dalla Cina arrivano importanti notizie e immagini delle vacanze della Golden Week, durate 8 giorni: un segnale dell'impressionante recupero del Paese
  • Foto Getty Images/Kevin Frayer
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Mentre in Europa si susseguono i provvedimenti restrittivi per cercare di contenere la diffusione del Coronavirus, dalla Cina arrivano notizie e immagini delle vacanze della Golden Week, durate 8 giorni: un segnale dell’impressionante recupero del Paese – anche e soprattutto economico – dall’epidemia di Coronavirus, con oltre mezzo miliardo di persone in viaggio.

A Wuhan, la città (un tempo) duramente colpita dal Coronavirus, i visitatori hanno passeggiato vicino alla Yellow Crane Tower, un edificio storico che ha lanciato dei tour notturni per la prima volta dalla sua apertura al pubblico nel 1985 dopo la ricostruzione. Il luogo simbolo è diventato primo tra i “siti turistici più popolari del Paese” secondo la classifica della maggiore agenzia di viaggi online cinese Trip.com Group.
Il dipartimento provinciale della cultura e del turismo dello Hubei, nella Cina centrale, ha comunicato che i migliori siti turistici nella provincia hanno accolto 2,07 milioni di visitatori nei primi sette giorni di vacanza, con 30 siti turistici chiave che hanno incassato 205 milioni di yuan, dal primo al 7 ottobre.

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A Pechino oltre 90mila persone, in piedi sotto la pioggia, si sono radunate a Piazza Tienanmen il primo ottobre e hanno esultato mentre la bandiera rossa a cinque stelle veniva issata in cima all’asta. Secondo la Beijing Municipal Administration of Cultural Heritage, circa 40 musei in città hanno offerto oltre 100 attività culturali speciali per le vacanze, con 13 musei che hanno esteso l’orario di apertura o organizzato attività notturne il 1° ottobre. Il Museo del Palazzo, noto anche come Città Proibita, per la 3ª volta ha innalzato il suo limite di visitatori giornalieri, fino a quota 30mila, dalla riapertura parziale del primo maggio. Nella provincia dello Hunan, nella Cina centrale, l’abbassamento della temperatura non ha fermato i visitatori per Zhangjiajie, un sito patrimonio dell’umanità UNESCO noto per i suoi parchi forestali.

Questi movimenti turistici di massa sono un rischio calcolato: da un mese circa la Cina segnala zero contagi interni.
Gli unici casi di positività segnalati sono “importati“, cioè si tratta di cittadini cinesi in rientro dall’estero o viaggiatori stranieri. Le procedure di controllo sanitario per chi arriva nel Paese sono rigorose: è necessario fare il tampone prima di imbarcarsi e trasmetterlo alle sedi diplomatiche cinesi nei Paesi di partenza; allo sbarco si deve fare un nuovo tampone e anche se si è negativi è obbligatorio passare 14 giorni in alberghi designati dalle autorità, sotto osservazione medica; poi si esegue un terzo tampone e ci si deve registrare obbligatoriamente su un’app.
Con questo sistema la Commissione sanitaria nazionale ha individuato 2.951 contagiati in arrivo negli aeroporti, da quando la scorsa primavera le autorità hanno cominciato a riaprire le frontiere.

In Cina al momento i casi totali dall’inizio della pandemia sono circa 90mila, mentre le vittime sono 4.739, secondo il monitoraggio sella Johns Hopkins University, che tiene conto dei conteggi ufficiali.

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