Il Da Vinci è il sistema robotico più evoluto al mondo per la chirurgia mini-invasiva, così chiamato in onore degli studi sull’anatomia umana condotti da Leonardo e considerati alla base della progettazione del primo androide conosciuto nella storia della scienza. In questo caso il chirurgo non opera con le proprie mani, ma manovra un robot a distanza, rimanendo seduto a una console posta all’interno della sala operatoria. Il sistema computerizzato trasforma il movimento delle mani in impulsi che vengono convogliati alle braccia robotiche. Le sue caratteristiche tecniche lo rendono utilizzabile in vari settori, dall’urologia alla ginecologia, dalla chirurgia toracica alla chirurgia generale.
Dal 31 ottobre al 31 gennaio 2021, sarà possibile vedere, toccare e testare questo straordinario e sofisticato robot al Museo di Storia della Medicina di Padova, grazie alla collaborazione con l’azienda italiana ab medica, leader nella produzione e nella distribuzione di tecnologie medicali, nonché punto di riferimento per la robotica chirurgica. In una sala dedicata al III piano sono esposti specifici strumenti, tra i quali un porta aghi, varie tipologie di pinze chirurgiche, un braccio del primo robot Da Vinci del 1999, uno stabilizzatore cardiaco, e alcuni libri. L’allestimento è, infatti, pensato per raccontare l’evoluzione di questo sistema dal 1999, anno di progettazione del primo robot, al 2014, quando è stato realizzato l’ultimo modello (il Da Vinci Xi), presentato al museo. All’interno di questo spazio, è possibile provare fisicamente il robot Da Vinci Xi, sedendosi direttamente alla console operativa, dove il visitatore può vestire i panni del chirurgo. L’accesso alla sala espositiva è consentito il sabato e la domenica, giorni di apertura del museo, dalle ore 15 alle 18, e avviene solo su prenotazione e sotto la supervisione del personale museale, per garantire la massima sicurezza e il pieno rispetto delle norme sanitarie in corso (www.musme.it).
Una volta seduto alla console, il visitatore è letteralmente “immerso”, senza ausilio di occhiali o altre apparecchiature, all’interno di un monitor in 3d. Attraverso le proprie mani connesse a due manipolatori, che funzionano come due “joystick” in una sorta di video-game, e due pedali, può manovrare i bracci robotici e simulare i gesti del chirurgo. Lo schermo incorporato offre una visione con immagini in altissima qualità e la possibilità di effettuare zoom e ingrandimenti fino a 10 volte.
Le tipologie di test ed esperimenti sono personalizzabili per ogni tipo di pubblico, in base alle diverse competenze. Si passa dal livello più semplice e divertente per i bambini più piccoli, che consiste nell’inserire alcuni anelli in coni dello stesso colore, al livello più avanzato che sfida l’aspirante chirurgo a effettuare una sutura con un ago su una spugna, a quello ancora più complesso per i più esperti per realizzare una sutura direttamente sugli organi di un potenziale paziente.
Accanto alla console operativa, un monitor permette agli altri visitatori presenti in sala di vedere ogni mossa dell’aspirante chirurgo e scoprire cosa succede all’interno di questo sistema.
L’esposizione dà la possibilità di conoscere e sperimentare dal vivo una delle eccellenze italiane della robotica destinata alla chirurgia, grazie alla quale oggi vengono salvate migliaia di vite, inserendosi perfettamente nella filosofia del MUSME; quella, cioè, di generare processi di apprendimento e conoscenza, stimolando la curiosità e l’esperienza diretta. Perché è possibile imparare, divertendosi, a tutte le età!
L’evoluzione della moderna chirurgia robotica è legata agli studi della NASA, l’ente aerospaziale americano, in associazione con il Pentagono. Pensato principalmente per scopi militari, il progetto iniziale era quello di consentire ad un chirurgo di operare da remoto, in una sala operatoria prossima al campo di battaglia, trasmettendo i suoi movimenti ad un sistema di bracci meccanici.
Questi brevetti furono acquisiti da due società private che li svilupparono autonomamente per l’applicazione clinica in ambito civile. Dalla sua introduzione in Italia, grazie ad ab medica, nel 1999, le procedure eseguite tramite robot sono in costante aumento: nel 2019, sono stati eseguiti 23.810 interventi di chirurgia robotica Da Vinci. È l’urologia che continua a detenere il primato tra le specialità, seguita da chirurgia generale (16%), ginecologia (7%), chirurgia toracica (4%) e otorinolaringoiatria (2%).
In Veneto, l’attività clinica in chirurgia robotica inizia nel 2001. Dal 2001 al 2019 sono stati trattati con il sistema Da Vinci circa 15.650 pazienti; di questi, il 21,5% è stato operato presso l’ospedale di Padova. Il Veneto dispone di quattordici sistemi Da Vinci di ultima generazione, installati nei poli di maggiore interesse chirurgico. I professionisti dell’Ospedale di Padova hanno accesso a due piattaforme robotiche, dedicate a urologia, chirurgia toracica, chirurgia epatica, chirurgia generale e dei trapianti e otorinolaringoiatria.
Il sistema, eseguendo autonomamente oltre un milione di controlli di sicurezza al secondo, offre la massima affidabilità durante il funzionamento. Feedback audio video tengono informati chirurghi e personale medico in merito allo stato del sistema e allo stato di salute del paziente. Un ampio schermo touch-screen offre la possibilità di tracciare disegni a mano libera sulla proiezione del campo operatorio agevolando la comunicazione tra il personale di sala operatoria.