L’archeologa Edda Bresciani, egittologa nota in tutto il mondo e docente emerito dell’Università di Pisa, protagonista del salvataggio dei monumenti della Nubia e di importanti scoperte durante gli scavi ad Assuan, a Saqqara e nel Fayum, è morta ieri, domenica 29 novembre, nella clinica Barbantini di Lucca, dove era ricoverata per una grave patologia. Aveva 90 anni. Sopranominata ‘la regina degli egittologi’, autrice di studi rilevanti sulla vita quotidiana dell’antico Egitto al tempo dei faraoni, Bresciani era socia dell’Accademia Nazionale dei Lincei e aveva fondato nel 1978 e diretto la rivista scientifica “Egitto e Vicino Oriente”, oltre ad alcune collane editoriali egittologiche. Autrice di una vasta bibliografia, per Einaudi ha pubblicato “Letteratura e poesia nell’antico Egitto” (1999, 2007 e 2020) e “La porta dei sogni. Interpreti e sognatori nell’Egitto antico” (2005).
Nata a Lucca il 23 settembre 1930, Edda Bresciani si laureò all’Università di Pisa con il grande egittologo Sergio Donadoni nel 1955 con una tesi dal titolo “L’Egitto satrapia persiana”. Edda ebbe il primato di essere la prima laureata in egittologia in Italia e la prima donna di ruolo in cattedra per l’egittologia. Tra il 1955 e il 1960 si specializzò nelle Università di Copenhagen, Parigi e Il Cairo ed iniziò la carriera come professoressa insegnando nel 1962 lingua e letteratura copta all’Università di Roma “La Sapienza”; nel 1968 divenne ordinaria di egittologia all’Università di Pisa, dove insegnò anche lingua e letteratura demotica. Durante la sua proficua carriera ha ricevuto l’Ordine del “Cherubino” dell’Università di Pisa nel 2014. Era socia dell’Académie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi e nel 1996 venne insignita della medaglia d’oro del presidente della Repubblica per la scienza e la cultura.