“La buona notizia è che i nuovi casi di COVID-19 in Italia sono finalmente in calo, mentre la cattiva notizia è il numero molto alto di morti (ieri 853). Sulle cause di questo ultimo fenomeno ritorneremo a parlare in futuro, ma va notato che nel mondo solo in Belgio (1.373), Perù (1.076) e Spagna (934) il numero dei morti per milione di abitanti è più alto che in Italia (849). [In UK sono 821, negli USA 801, in Brasile 798, in Francia 760, e nella “disastrata” Svezia 642; a quelli che “è una questione di densità abitativa” ricordiamo che gli stati USA con il numero più alto di casi pro-capite sono N. Dakota, S. Dakota, Wyoming, Idaho, Montana, Iowa, Nebraska, Utah, Wisconsin ed Illinois]“: lo afferma in un post su Facebook Guido Silvestri, virologo alla Emory University di Atlanta.
“Sulle cause di questo calo dei nuovi casi in Italia, sicuramente ci sono alcuni dei provvedimenti restrittivi messi in atto di recente, ma dobbiamo considerare anche altri fattori come:
1. Livello di immunità, sia pre-esistente verso SARS-CoV-2 (vedi Bergamo) che crociata con altri coronavirus umani (di cui ci sono almeno una decina di descrizioni indipendenti).
2. Fattori genetici, che stanno emergendo in modo sempre più chiaro, e che potrebbero rivelarsi fondamentali nel capire, per esempio, l’andamento delle epidemie in America Latina.
3. Fattori climatici/stagionali, per cui la letalità in certe aree è bassissima (Paesi del Golfo) o fattori ambientali, forse legati a inquinamento, uso mezzi pubblici, etc.
4. Fattori virali, che probabilmente hanno avuto un ruolo nella bassa letalità osservata a Singapore.
5. Il fenomeno dei super-spreaders, che potrebbe avere un effetto epidemiologico drammatico (vedi recente studio su Hong Kong).
Come detto in passato, prima si esce dal paradigma per cui la diffusione di COVID è determinata solo ed unicamente dai “comportamenti delle persone” e dalle restrizioni, e prima si potrà razionalizzare (e quindi “depoliticizzare”) questa discussione, a beneficio della scienza, del progresso e della nostra società tutta.
Ora comunque, come ripete incessante il nostro immenso Paolo Spada, bisogna continuare nella direzione in cui stiamo andando, tenere alta la guardia, proteggere i soggetti fragili (anziani in primis), e prepararsi ad implementare nel modo più rapido ed efficiente l’uso di anticorpi e vaccini la cui efficacia (e sicurezza!) è stata dimostrata in studi clinici controllati di fase 3.”