L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha concluso oggi tre contratti per satelliti legati all’espansione di Copernicus, il suo programma di osservazione della Terra. I contratti rientrano nel quadro della missione Airbus Defense and Space per il programma LSTM, e Thales Alenia Space (TAS) per le missioni CIMR e CHIME (Copernicus Hyperspectral Imaging mission). L’ammontare totale dei contratti e’ di oltre 1,3 miliardi di euro. Le tre missioni rientrano nel quadro del programma Copernicus per cui sette satelliti Sentinel sono gia’ stati lanciati in orbita e forniscono dati usati per sorvegliare il clima e l’inquinamento ma anche per valutare i danni delle catastrofi naturali.
Thales Alenia Space, joint venture Thales (67%) e Leonardo (33%) ha siglato con l’ESA la prima tranche di un contratto da 90 milioni, su un importo complessivo di 455 milioni di euro. La missione CHIME, spiega una nota, fa parte dell’evoluzione del programma Copernicus Space Component dell’ESA in collaborazione con la Commissione Europea. Il programma fornisce osservazioni della Terra, dati in situ e un’ampia gamma di servizi per il monitoraggio e la protezione ambientale, il monitoraggio del clima, la valutazione delle catastrofi naturali per migliorare la qualita’ della vita dei cittadini europei. Thales Alenia Space sara’ prime contractor ed integratore di questo programma insieme a OHB e Leonardo come partner principale per il payload.
L’azienda italiana Leonardo contribuirà alla realizzazione del payload iperspettrale della nuova missione CHIME. CHIME è composta da due satelliti che contribuiranno a monitorare la salute del nostro pianeta con occhi del tutto innovativi: una camera iperspettrale nella banda ottica visibile e nel vicino infrarosso in grado di offrire una dettagliata analisi chimico-fisica delle aree sotto osservazione. Lo stabilimento di Leonardo a Campi Bisenzio (Fi) realizzerà, in particolare, il cuore nobile dello strumento iperspettrale di CHIME: il telescopio, il sistema dei piani focali e gestirà la calibrazione dello strumento a terra prima del lancio. Il telescopio è formato da alcuni specchi di diverse dimensioni, il più grande di circa 400 mm, che sarà proprio l’ottica con il compito di osservare il nostro pianeta. Il sistema dei piani focali è invece il sistema che raccoglie ed elabora l’immagine osservata trasmettendola al computer di bordo.
Ciò che rende unici questi elementi è la loro capacità di catturare immagini di una porzione di Terra con una altissima qualità, definizione, dettaglio e ad alta risoluzione spettrale. La calibrazione consiste invece in un mix di test e tarature della strumentazione per calibrarne l’accuratezza. CHIME con il suo strumento iperspettrale potrà individuare fenomeni come la trasparenza delle acque, stato di salute delle colture, siccità e rischio incendio, o l’inquinamento atmosferico fornendo un supporto cruciale per la gestione delle risorse naturali e delle emergenze. Infatti, le lunghezze d’onda emesse o assorbite dagli elementi osservati sulla terra creano una firma spettrale unica per ogni sostanza, come una impronta digitale umana, che rende possibile il loro riconoscimento anche dallo Spazio. Il telescopio e i sistemi focali realizzati da Leonardo rappresentano dei sottosistemi di uno strumento allo stato dell’arte a livello mondiale.
La sfida maggiore rimane quella di garantire il funzionamento di un sistema a così alte prestazioni in un ambiente estremo come lo spazio con una stabilità e affidabilità per tutta la vita del satellite. Leonardo vanta una esperienza consolidata nell’ambito di camere multispettrali e iperspettrali, come anche dimostrato dalla missione PRISMA dell’Agenzia Spaziale Italiana, ad oggi l’unica missione iperspettrale operativa nello spazio, che sta accumulando splendide e utili immagini del nostro pianeta.