Il numero di vittime a causa del Covid-19 ha superato quota 31.600 in Argentina, un altro triste record per il Paese un tempo considerato un modello in America Latina per il modo di affrontare la pandemia, ma che ora fa i conti con uno dei bilanci di vittime giornaliere più alti del mondo. Siamo a 698 morti per ogni milione di abitanti, un dato di gran lunga peggiore persino a Italia, Regno Unito e Francia, e vicinissimo a quello degli Stati Uniti d’America. Buenos Aires e l’area circostante hanno subito il peggio delle infezioni fin dall’inizio, nonostante ora il virus si sia diffuso nell’interno del Paese, colpendo aree con personale sanitario e risorse minori. Le unità di terapia intensiva nel Paese sono al 64,4% della capacità (dati aggiornati al 28 ottobre), con alcuni ospedali provinciali sotto pressione.
L’Argentina è la prova di un’altra realtà: il lockdown non serve a contenere l’epidemia. A marzo, l’Argentina ha iniziato un rigido lockdown, che è ancora parzialmente in vigore, ma ha visto comunque i casi totali crescere inesorabilmente fino a superare 1,1 milioni (5° Paese nel mondo a superare 1 milione, con 26.097 casi ogni milione di abitanti). Il numero di morti ogni milione di abitanti (698) è uno dei più alti al mondo e anche il tasso di positività ai test è su livelli molto alti.
Il bilancio delle vittime rappresenta una triste realtà per l’Argentina, che ha adottato ampiamente le rigide restrizioni imposte dal governo. Ma ora la popolazione è stremata da quasi 8 mesi di controlli e gli effetti del confinamento non si vedono sul progredire dell’epidemia nel Paese. Il governo, nel frattempo, ha allentato molte restrizioni per cercare di risollevare un’economia già in recessione da due anni con i livelli di povertà e disoccupazione in aumento, anche se i viaggi nazionali e internazionali sono ancora vietati, così come gli spettacoli di massa e gli incontri sociali. Migliaia di persone adesso protestano contro il governo, infuriati per la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria e per gli effetti economici del lockdown.
I dati ufficiali mostrano che l’epidemia nel Paese non è mai stata più grave di adesso, quasi otto mesi dopo il suo inizio. A differenza del Brasile e degli Stati Uniti, l’Argentina non ha avuto un picco iniziale. Ora, i casi stanno diminuendo in Brasile e in Argentina c’è una crescita lenta e costante. Il record di casi giornalieri finora è stato registrato il 21 ottobre con 18.326 contagi, mentre il record di vittime giornalieri si è avuto il 9 ottobre (515). “Il confinamento ha dei limiti. Se l’Argentina avesse effettuato più test sul coronavirus, avrebbe potuto isolare quelli risultati positivi e impedire la proliferazione del virus. L’uso della quarantena, come misura preventiva, è stato esagerato e ha comunque influenzato l’economia del Paese”, dice Adolfo Rubinstein, ministro della Salute nel governo di Mauricio Macri.