Si sono rivolti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quale «garante degli equilibri costituzionali», per offrire la loro disponibilità nel dare il loro contributo al risanamento di una delle regioni più depredate d’Italia: sono le donne e gli uomini che aderiscono a ConfProfessioni Calabria che, proprio in queste ore, hanno inviato una lettera al Capo dello Stato.
A firmarla, la commissaria calabre della parte sociale, Vilma Iaria che rivolgendosi al Quirinale chiede l’individuazione di «manager preparati, capaci di vivere in questa Regione a testa alta, senza paure e lavorando con diligenza, capaci di attuare piani di risanamento nel più breve tempo possibile, affiancati da professionisti ed esperti che conoscano e capiscano il territorio e le sue esigenze».
Nomi che non possono essere calati dall’alto, come accaduto finora: «Oggi, in un momento di così grande sofferenza per tutto il Paese, la Calabria si trova nuovamente isolata ed in balìa di un sistema che non privilegia la competenza ed il merito, ma valorizza le appartenenze partitiche e correntizie, mortificando ulteriormente il territorio ed i suoi abitanti», specifica la commissaria di ConfProfessioni che prosegue: «Per lungo tempo si è provato ad adottare “pacchetti pronti”, pensati e progettati altrove, nel tentativo di risolvere problemi complessi con soluzioni facili e standardizzate».
La parte sociale, nella sua articolazione calabrese, raduna 21 associazioni di diverse aree d’intervento. Il loro appello al presidente Mattarella parte dalla ferma convinzione che servano «piani di investimento e non incentivi alla sopravvivenza, perché è il lavoro legale che costituisce l’unica vera arma contro tutte le sirene del malaffare». Una presa di posizione che si radica nella conoscenza profondissima del territorio e delle tantissime dinamiche che, in questi anni, lo hanno imprigionato nell’arretratezza attuale: «Come professionisti che lavorano e vivono, giorno per giorno nella realtà calabrese, – puntualizza la commissaria Iaria – crediamo che l’esperienza e la professionalità di esperti, da ovunque questi provengano, devono sempre essere affiancate, per ottenere risultati ottimali, da una conoscenza e comprensione del territorio».
Nella missiva diretta alla massima autorità del Paese, ConfProfessioni vuole sfatare «l’immagine di una Calabria terra di “malviventi e mistificatori”» chiedendo al presidente Mattarella di aiutare ci aiutare «con la sua saggezza ed autorevolezza a fermare questa continua offesa a professionisti, imprenditori, gente comune che lavora e vive con dignità e rispetto delle regole». L’auspicio è che il Capo dello Stato, preso atto della lettera, non faccia mancare la sua riconosciuta capacità di ascolto dei territori per dare un’opportunità «ai professionisti calabresi che amano la loro Terra e vogliono fortemente cambiarla».