“Con gli Ordini dei medici della Lombardia abbiamo redatto un vademecum per la cura delle persone con Covid-19 non ospedalizzate, per offrire qualche utile indicazione ai medici di medicina generale. Spero che possa servire a essere più vicini a chi sta a casa con l’infezione“: lo ha spiegato su Twitter l’infettivologo Massimo Galli, a capo della Clinica di malattie infettive, Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche Sacco – università degli Studi di Milano.
Si tratta di “un vademecum agile e pratico a uso dei medici generalisti per il trattamento domiciliare del paziente, sulla base delle evidenze disponibili ad ora“.
“L’intero documento (8 pagine) – ha affermato Galli – è disponibile sul sito dell’Ordine dei medici di Milano“.
“L’andamento dell’attuale situazione pandemica – precisa la Federazione regionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fromceo) della Lombardia – richiede un’attivazione di tutte le forze impegnate in sanità. E’ di particolare evidenza il peso che può avere una rilevazione precoce del paziente affetto da Sars-CoV-2 e un suo trattamento corretto. La medicina del territorio, la più vicina ai cittadini, ha un compito dunque importante, ma, nonostante l’impegno e il sacrificio dei medici, manca sinora di indicazioni concordate circa il trattamento dei pazienti sospetti Covid e Covid positivi. Si conosce ancora poco in termini di evidenza su ciò che si può fare per migliorare l’esito della malattia nelle sue varie fasi, soprattutto per ciò che riguarda la medicina territoriale, mentre si conosce meglio ciò che non si deve fare“. Per questo la Federazione Ordini regionali mette “a disposizione di tutta la classe medica, attraverso le varie istituzioni e organizzazioni“, le indicazioni tecniche contenute nella guida, “nella speranza di trovare una risposta condivisa semplice, immediata e pratica, riservandosi di sottoporre il documento a modifiche quando nuove evidenze siano disponibili“.
Nel vademecum messo a punto dall’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli e dalla Federazione regionale Ordini dei medici della Lombardia, e diffuso online per guidare i dottori di famiglia nell’assistenza domiciliare, si invita espressamente a evitare l’uso di alcuni medicinali, tra cui l’idrossiclorochina. “Al momento – si spiega – nessun trattamento ha dimostrato un chiaro beneficio in pazienti la cui severità imponga l’ospedalizzazione. Vi sono in ogni caso alcune terapie che sono controindicate poiché non hanno dimostrato nessun tipo di efficacia in nessun setting (né ospedaliero né territoriale) ed espongono il paziente a potenziali rischi ingiustificati se somministrate senza adeguato monitoraggio: tra questi sono da citare l’antiretrovirale lopinavir/ritonavir, l’antibiotico azitromicina e l’antimicrobico/immunomodulante idrossiclorochina. E’ in particolare fortemente sconsigliato l’utilizzo di azitromicina, fatti salvi quei casi in cui vi sia il fondato sospetto di contestuale infezione batterica“.
“L’utilizzo di antibiotici ad ampio spettro non si è dimostrato di alcun beneficio in pazienti ricoverati per Covid-19, mentre al contrario l’utilizzo indiscriminato di antibiotici può portare a incremento delle resistenze e al rischio di eventi avversi“.
Tra i trattamenti consigliati, ma unicamente a pazienti che mostrino alcuni sintomi dettagliati nel documento, c’è invece la terapia steroidea. La guida spiega inoltre come attuare il trattamento profilattico per la prevenzione del tromboembolismo venoso, e come gestire l’ossigenoterapia domiciliare. Si evidenzia infine “l’importanza della vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica“, che “possono essere somministrate in sicurezza una volta raggiunta una stabilità clinica, superata la fase acuta di malattia“.