Nella lotta contro il Coronavirus “non ce la caveremo mai da soli, ma ce la faremo soltanto uniti“, mettendo alla “base del nostro stare insieme il linguaggio comune della scienza” come vero antidoto “al negazionismo e al terrapiattismo: la manifestazione deteriore” di un gap di cultura scientifica che “la nostra società non può più permettersi di ignorare“: lo ha affermato Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, durante un intervento nell’ambito di ‘I love scienza’ organizzato dalla Fondazione De Sanctis e curato dall’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in occasione della Giornata mondiale della scienza promossa dall’Unesco. Per l’esponente dell’OMS, “l’unica speranza di uscire da questa pandemia” sono “la ricerca, la scienza e tutto ciò che il sapere, il progresso continuo e l’innovazione ci potranno fornire“.
Dobbiamo imparare a capire la scienza, esorta Guerra, perché a sua volta “la scienza ci aiuta a capire. E ci aiuta anche a sviluppare le armi che ci proteggono da questo virus come da molti altri“. Le armi sono “i vaccini, le terapie e la diagnostica“, ma che sono “anche i comportamenti, il nostro sociale“, l’opportunità di “una revisione del concetto di sviluppo e della sostenibilità di tutto quello che facciamo“.
Sars-CoV-2 “è un virus che ha tra le cause remote il cambiamento climatico, il modo in cui lo sviluppo urbanistico progredisce e ci porta sempre più vicini a riserve animali di potenziali patogeni come quelli che abbiamo visto nel recente passato” e che rivediamo ora. “Siamo di fronte a un virus che ha caratteristiche letali. Siamo quindi davanti a una sfida globale e connaturata con tutto ciò che è il comandamento primario della scienza e della ricerca e cioè la collaborazione, la messa in linea dei cervelli e delle risorse per uno scopo comune che porta a un bene comune, globale e inalienabile: la salute“.