ORIGINE, GESTIONE ED EVOLUZIONE DELLA PANDEMIA IN ITALIA E NEL MONDO. E’ questo il titolo di uno degli appuntamenti online di oggi pomeriggio con “Il Festival della Salute“. Il prof. Massimo Galli, primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, parlando dello scenario attuale rispetto alla gestione della pandemia, ha precisato che “il virus dilaga a pieni ritmi; il continente più risparmiato è l’Africa, ma ci si chiede se sia una situazione reale o derivi da un’insufficiente capacità di raccogliere dati a causa della situazione sanitaria. Inoltre l’Africa ha anche una popolazione giovane, con pochi anziani quindi probabilmente si muore di meno”.
A moderare l’incontro è Daniel Della Seta, che ha chiesto al prof Galli quale sia la situazione in Cina. “Si è imposta una capacità di sorveglianza in gran parte delle metropoli cinesi – ha precisato Galli –, c’è una capacità di indentificare nuovi focolai molto sviluppata. Fanno svariati milioni di test anche solo in singole province. Hanno commercializzato a prezzi competitivi i test ma ne fanno anche un largo uso sul territorio nazionale. E’ difficile, anche nei paesi con sanità avanzata, riuscire a fare un tracciamento perfetto. Nel 2015 arrivò un caso di Mers in un ospedale in Corea del Sud, e sebbene sia meno contagiosa del Covid-19, quel caso di Mers aveva generato, per opera di un virus parente di questo, 186 casi tra secondari e terziari e per circoscrivere il fenomeno hanno dovuto seguire 16 mila contatti. Capite bene che quando in una medicina territoriale come la nostra si pone questo tipo di problema”, la situazione è irrisolvibile, anche in paesi con situazioni sanitarie migliori della nostra. “Si può dire che in Cina abbiano imbrigliato il Covid”, precisa il primario.
La situazione epidemiologica, secondo Galli, parla chiaro: dobbiamo convivere con il Sars-Cov2 e lo affronteremo con un vaccino. “Altri virus della stessa famiglia hanno iniziato da ‘teppisti’ per finire come un semplice raffreddore” e così sarà per il Covid-19. Vaccinarsi per l’influenza, precisa Rezza, può aiutare a combattere il Covid-19.
I visoni abbattuti in Danimarca, conclude Rezza, sono importanti anche per noi nello studio del Covid, perché non è ancora stato trovato l’animale intermedio che ha costituito il passaggio verso l’uomo.