Questo pomeriggio una terribile notizia ha sconvolto il mondo intero: a poche settimane dall’intervento al cervello è morto Diego Armando Maradona. L’ex Pibe de Oro si trovava nella sua casa di Tigre, in Argentina, dove stava trascorrendo la convalescenza dopo l’operazione dello scorso 3 novembre. Il coronavirus questa volta non c’entra niente: 60 anni compiuti il 30 ottobre, Maradona è stato stroncato da un un arresto cardio-respiratorio.
Ma cos’è un arresto cardio-respiratorio?
Si tratta di un’interruzione del funzionamento cardiaco e dell’attività respiratoria spontanei ed efficaci. La funzione di pompa del cuore cessa improvvisamente, si perde dunque conoscenza e si blocca la respirazione. Il cuore si ferma ed il sangue non circola più, quindi non viene ossigenato dai polmoni. Di conseguenza tutti gli organi del corpo vanno incontro a morte: il cervello, primo fra tutti, va in sofferenza e dopo 8 minuti senza ossigeno va incontro a morte, lo stesso accade agli altri organi, dopo un lasso di tempo maggiore.
Da cosa è causato?
La causa più comune di arresto cardiaco è l’infarto del miocardio,ma incidono anche le alterazioni degli elettroliti nel sangue, problemi cardiaci ereditari o gravi emorragie.
Come intervenire nell’immediato?
Con una rapida rianimazione cardiopolmonare e l’uso del defibrillatore.
Cosa è successo a Maradona?
Nel caso di Maradona, le cause dell’arresto cardio-respiratorio e quindi del decesso sono da ritrovare in altre problematiche, che l’ex calciatore si portava dietro da tempo. Durante la sua vita Maradona ha avuto infatti problemi seri di droga e alcol, ma anche di obesità. Il problema al cervello che ha costretto Maradona all’intervento qualche settimana fa, infine, sarà stato fatale per l’ex stella argentina. I medici hanno più volte affermato che Maradona si stava riprendendo e che stava bene, ma bisogna capire se è stato mandato a casa effettivamente per una completa guarigione o perchè le condizioni erano ormai ‘irreversibili’ e per lui non c’era più altro da fare.