Svizzera, Svezia e Finlandia non hanno mai chiuso i loro impianti sciistici, che sono perfettamente operativi. Austria, Polonia e persino la Spagna sui Pirenei e in Sierra Nevada hanno deciso di riaprirli per la stagione invernale. In Italia, invece, il Governo Conte ha scelto per il lockdown: salta la stagione sciistica, almeno per Dicembre (Natale compreso). Chiuse le piste da sci, niente vacanze sulla neve. Una follia per la montagna, come spiega il Presidente dell’ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) Valeria Ghezzi ai microfoni di MeteoWeb: “a Roma non hanno coscienza di cosa rappresenta lo sci per il mondo della montagna, non è solo divertimento, è uno sport che trascina economie, professionisti, maestri, ristoranti, alberghi, negozi. Hanno preso questa scelta così rigida senza neanche ascoltarci, nè ci danno indicazioni per il futuro. Lo sport e l’economia della montagna non sono solo divertimento, in Austria hanno riaperto le piste da sci limitando la movida: hanno detto sì allo sport, no alla movida, è una scelta intelligente. Avremmo potuto fare la stessa cosa per garantire la massima sicurezza, invece no“.
Il punto fondamentale è sulla vita della montagna: “quello che non capiscono i nostri governanti – aggiunge Ghezzi – è quant’è importante la stagione invernale per la montagna, quella montagna che rischia sempre più di spopolarsi e che noi combattiamo ogni giorno per mantenere presidiata. In un Paese come l’Italia, che ha enormi problemi di carattere idrogeologico, tenere presidiato e vivo il territorio montano è fondamentale. Ce ne accorgiamo ogni volta quando il presidio non c’è, con conseguenze devastanti sui nostri territori. Invece con scelte di questo tipo, il Governo alimenta il rischio dello spopolamento e dell’abbandono di intere vallate e di grandi comunità. C’è il rischio che questa sia la mazzata finale per la nostra montagna“.
Valeria Ghezzi spiega bene cosa significa la stagione invernale per le comunità di montagna dell’Italia: “in montagna il lavoro stagionale è la norma, perchè noi lavoriamo 4 mesi l’anno proprio nella stagione invernale, e con il lavoro di quei 4 mesi dobbiamo vivere tutto l’anno. Con questo nuovo Dpcm, i nostri stagionali rimarranno a casa: sono persone qualificate che hanno le patenti e le qualifiche per manovrare gli impianti in sicurezza, e sono professionisti che dalla sera alla mattina si ritrovano a piedi. Non hanno la cassa integrazione perchè non sono assunti. Cosa farà il govenro per loro? Sono padri di famiglia, hanno figli da sfamare. Se il padre lavora negli impianti e la madre in albergo, entrambi come stagionali, che succederà alla loro famiglia? Cosa farà il Governo per loro? Ci aspettiamo ristori importanti proprio per queste categorie”.
“In montagna non è come in città – aggiunge ancora Ghezzi – Siamo tutti interdipendenti uno dall’altro. Io ho un albergo anche a Milano, in città: se chiude quell’albergo, non ne risente il quartiere: è un problema mio e basta. Ma se chiude un impianto da sci in montagna, non è soltanto un problema del titolare e basta, ma ne risente tutta la comunità. Ci sono piccoli paesi e vi assicuro che è difficilissimo tenerli vivi, abitati, e quindi in sicurezza. Al Governo credo che se ne accorgeranno, ma c’è il rischio che sarà troppo tardi. Il Natale per noi vale un terzo del fatturato stagionale, è una perdita importantissima e ci aspettiamo che i ristori siano altrettanto adeguati. Non ci hanno dato indicazioni, eppure tutte le attività, gli alberghi, i ristoranti, i locali, i negozi, si sono già attrezzati in tempi non sospetti facendo investimenti importanti per dotarsi di tutte le necessarie misure anti contagio“. Eppure dal Governo arriva l’ennesimo schiaffo in faccia, nonostante la situazione epidemiologica si sia ormai stabilizzata. Ma in Italia mancano i posti letto, gli infermieri e i tamponi perchè in sei mesi di tempo non sono riusciti a fare ciò che serviva mentre pensavano a monopattini e banchi a rotelle, e adesso a pagarne le conseguenze sono i cittadini.