Si è tenuto questa mattina l’ultimo saluto a Gigi Proietti. Funerali con pochi invitati ed un’ultima entrata in scena, al “Globe Theatre”, creato proprio da lui e guidato per 17 anni. Lunghi applausi, lacrime e discorsi commoventi, per il famoso attore, scomparso il 2 novembre, nel giorno del suo 80° compleanno.
A colpire dritto al cuore è stato Edoardo Leo: l’attore ha letto una lunga e commovente lettera, lasciandosi andare alla commozione e senza riuscire a trattenere le lacrime. Una lettera davvero speciale.
Le poche righe che leggerò vengono dalla volontà di una associazione che comprende più di 700 interpreti del teatro e dell’audiovisivo, che ha deciso di rendere questo omaggio al maestro, ammesso che io riesca a leggerla.
Ciao Gigi, ecco, per prima cosa scusaci per l’informalità con cui ci rivolgiamo a te anche oggi, ma qualsiasi altra forma ci sarebbe sembrata fuori luogo e allora abbiamo scelto quella con cui ci permettevi di salutarti ogni volta che qualcuno di noi colleghi ti incontrava nelle quinte di un teatro, nei corridoi dei camerini, in una sala doppiaggio, sul set, al ristorante. Non c’era nessun appellativo che ti precedeva, nessun dottor, commendator, signor, tanto meno maestro e men che mai cavaliere anche poi er cavaliere in qualche modo ci sei stato. Ci hai sempre consentito di chiamarti esattamente come ogni persona che ti incontrava per strada, da sempre, ciao Gigi, e così abbiamo iniziato anche oggi che siamo venuti a portarti questo saluto speciale, questa lettera che ti assicuro non è molto diversa da quella che ti avremmo portato per celebrare i tuoi 80 anni, non l’abbiamo cambiata di una virgola. Una lettera che ha una parola ricorrente e ripetuta e non è auguri e nemmeno addio, è grazie.
Grazie per essere stato un costante punto di riferimento per molte generazioni di attori, di interpreti, per aver elevato il nostro mestiere ad una dignità raramente toccata prima, grazie per aver incarnato la figura del professionista dello spettacolo ed aver portato il professionismo come condizione necessaria in ogni momento della tua incredibile carriera, grazie per aver formato decine e decine di lavoratori dello spettacolo, non solo di artisti e di aver speso per anni e anni il tuo talento e la tua energia per l’insegnamento.
Grazie per averci consegnato l’esempio che abnegazione e disciplina possono coincidere con la leggerezza ed il divertimento nel fare questo nostro mestiere.
Grazie per essere stato il motivo per cui molti di noi hanno iniziato a farlo dopo averti visto sul palcoscenico, perchè in tanti hanno sognato senza ammetterlo, io da grande vorrei essere come lui, ovviamente senza riuscirci mai.
Grazie perchè quando hai chiamato un tuo spettacolo “Attore, amore mio”, ci siamo sentiti orgogliosi, partecipi, come tanti buoni o mediocri giocatori che però hanno in squadra il fuoriclasse, il numero 10 il migliore di tutti.
Grazie perchè in tempi in cui ci si affanna a discutere di cultura, tu intanto la facevi, inaugurando teatri, facendoli vivere, riempendoli per 60 anni, luoghi in cui ci siamo ritrovati, abbiamo discusso, abbiamo riso, abbiamo pianto, ci siamo arrabbiati, ci siamo conosciuti, luoghi dell’anima che tu hai reso vivi, pieni di umanità e di amore.
Grazie di averli addirittura fatti costruire dei teatri, come questo in cui ti stiamo salutando e che sarà casa tua per sempre, questo posto dove sei riuscito a ridare alla parola popolare il senso che merita, ricordandoci ad ogni replica che non esiste alto e basso e che fare il teatro popolare deve essere l’aspirazione più alta, la più nobile, quella che deve muovere ogni nostro passo, questo posto meraviglioso dove oggi stai facendo l’ultima replica.
Grazie per averci fatto divertire fino alle lacrime, perchè ognuno di noi quando ti guardava non era più un tuo collega, era pubblico, quel pubblico verso il quale ci hai insegnato il massimo del rispetto e dell’onestà, una lezione ogni volta e quando tu dicevi ‘a me gli occhi’, in realtà insieme agli occhi ti consegnavamo il cuore e tutta la nostra ammirazione.
Ecco, grazie, per questa lezione continua che ci hai regalato, e sappiamo tutti che saresti stato imbarazzato da questa celebrazione, da questi complimenti fuori scena, dai superlativi con i quali ti investiamo e che avresti volentieri fuggito anche la retorica inevitabile di questa lettera.
Scusa Gigi, eppure ti tocca, ti tocca il saluto scomposto e commosso di un’intera categoria, di un popolo di spettatori incantati, abbiamo usato già troppi paroloni lo so, sai che facciamo allora, chiudiamo con le tue di parole.
Starai dicenno ma che state a fa’, ve vedo tutti tristi nel dolore e c’hai ragione, tutta la città sbrilluccica de lacrime e ricordi
ecco te le ricordi uqueste parole? Le hai scritte tu e te le rubiamo anche stavolta, perchè anche se non ci possiamo abbracciare ci siamo tutti qui a ringraziarti stretti stretti, che tu non sei soltanto un grande attore, sei tanto de più, si Gigi Proietti.