Maltempo Sardegna: a Bitti un disastro che si ripete a 7 anni di distanza

A Bitti un disastro che si ripete a sette anni di distanza. La crisi climatica aggrava l'incapacità di affrontare il dissesto idrogeologico
MeteoWeb

La crisi climatica sta moltiplicando gli eventi meteorologici estremi che sono sempre più intensi e frequenti. Ma se un evento si ripete nella stessa località a distanza di sette anni e fa ancora più danni vuol dire che le istituzioni non sono state capaci di intervenire e liberare il torrente tombato e mettere in sicurezza il territorio. È quanto successo a Bitti, dove un altro evento meteo estremo, 7 anni fa, aveva provocato enormi danni, come dimostra questo servizio TV, con un’intervista all’allora sindaco (https://youtu.be/lLfNawMtTeQ)

La tragedia di Bitti (dove al momento si contano tre vittime) costituiscono non solo un atto di accusa, ma anche l’ennesimo campanello di allarme per l’Italia intera: il cambiamento climatico agisce da moltiplicatore del rischio – tra ieri e oggi, tra Sardegna e Sicilia (ma l’allerta riguarda anche la Calabria e altre regioni meridionali) si registrata una tempesta di grandissima violenza.

C’è bisogno di un cambio di passo nella gestione del territorio e per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici; per questo il WWF Italia ha redatto una proposta per “Riqualificare l’Italia” dove riafferma la necessità di una gestione del dissesto idrogeologico a livello di bacino idrografico e per avviare progetti di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela della natura e della biodiversità che le Regioni avrebbero dovuto avviare già da anni. Il Cambiamento climatico si “abbatte” su un territorio reso fragile e vulnerabile dall’incuria, dalla riduzione delle aree di esondazione naturale, dalla canalizzazione e dal tombamento dei nostri corsi d’acqua, tra le principali cause di questo disastro.

Non ci si possono più permettere ritardi sia nell’azione di messa in sicurezza del territorio e di ripristino della salute degli ecosistemi e del corso naturale dei fiumi e torrenti, sia nel più ampio quadro del piano di adattamento al cambiamento climatico, per far fronte agli impatti resi inevitabili dai ritardi nel tagliare davvero e drasticamente le emissioni di CO2 e altri gas serra.

Il WWF che è vicino alle comunità colpite e alle famiglie delle vittime chiede un quadro chiaro di quanto si intende fare nei prossimi giorni, non mesi, per approvare definitivamente il Piano di adattamento al cambiamento climatico, ma chiede soprattutto che vi sia un adeguato investimento dei fondi nel PNRR (piano nazionale di Ripresa e Resilienza) e definire un Piano di ripristino ambientale e adattamento ai cambiamenti climatici come richiesto dalla Strategia europea per la biodiversità

Di fronte ad una situazione che diventa sempre più preoccupante per il moltiplicarsi degli eventi estremi legati al cambiamento climatico non possono esserci alibi: serve un’immediata assunzione di responsabilità nella corretta gestione del territorio che deve tenere conto del cambiamento climatico in atto che, purtroppo, ci metterà di fronte ad eventi sempre più frequenti e intensi. Perché come dimostra quello che è accaduto a Bitti se non si interviene i disastri si ripetono.

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