Per l’industria aeronautica, l’opzione “business as usual” non è da considerare quando si parla di emissioni nocive. L’obiettivo è di ridurre drasticamente l’impatto ambientale del trasporto aereo, e per attuare questa importante svolta green, gli enti di ricerca di 13 paesi hanno deciso di unire le loro forze e competenze fondando il Gruppo ZEMA – Zero Emission Aviation. Il CIRA– Centro Italiano Ricerche Aerospaziali di Capua è tra i firmatari di questa dichiarazione congiunta sull’aviazione sostenibile, nata in ambito IFAR.
Le strategie esclusivamente orientate alla crescita, che hanno caratterizzato l’industria aeronautica per decenni, non saranno più attuabili in futuro. Secondo il Gruppo ZEMA, l’obiettivo di un’aviazione sostenibile potrà essere raggiunto solo se l’industria si impegnerà a promuovere lo sviluppo e l’implementazione di nuove tecnologie ecocompatibili, più che concentrarsi sull’aumento della produttività. Poiché i processi di combustione sono direttamente collegati alle emissioni, l’impiego di combustibili sostenibili, di fonti di energia alternative e di nuovi sistemi di propulsione, ad esempio, potrà giocare un ruolo importante nella salvaguardia dell’ambiente. Anche l’ottimizzazione delle rotte di volo e lo sviluppo di velivoli in grado di percorrere tali rotte potranno contribuire al rispetto dell’ambiente e del clima. Altre aree di particolare interesse sono la mobilità urbana e lo sviluppo di aerei elettrici.
Per tutti gli enti di ricerca che hanno sottoscritto l’accordo ZEMA, la dichiarazione rappresenta un serio impegno a lavorare per lo sviluppo di un’aviazione sostenibile che consenta di soddisfare le nuove esigenze della società.
Il tempo stringe: i delegati della Conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi nel 2015 hanno stabilito che le emissioni di gas serra debbano essere azzerate a partire dalla seconda metà di questo secolo, mentre il Green Deal europeo chiede che il nostro continente sia il primo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, un obiettivo che, come ha sottolineato la Commissione europea, richiederà notevoli investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico.