Il segreto per vivere una vita lunga e in salute? Ecco la “ricetta” con le 4 regole da seguire e come capire qual è la nostra “vera” età

La ricetta di lunga vita? Basta seguire poche regole. L'esperto segnala anche un semplice metodo per valutare qual è la nostra età fisiologica
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Vivere molto a lungo in perfetta salute è possibile? E’ un obiettivo raggiungibile? O è solo pura e semplice fantascienza? Sull’argomento si è espresso più volte il noto scienziato dell’università di Harvard David Sinclair, autore del libro “Lifespan“, bestseller negli Stati Uniti che la casa editrice Verduci edita ora con il titolo “Longevità – Perché invecchiamo e perché non dobbiamo farlo“.

Nella caccia all’elisir di lunga vita, Sinclair ha studiato “campioni di longevità”, come le “meduse immortali” e le balene bicentenarie. I suoi studi lo hanno condotto a elaborare la teoria secondo la quale l’invecchiamento ? una perdita di “informazione della giovinezza”, nella quale il “rumore” epigenetico introdotto da fattori di rischio riduce progressivamente la nostra aspettativa di vita sana.
Secondo Sinclair, l’invecchiamento è caratterizzato da più fattori o “segni distintivi”: danni del DNA, un’alterata comunicazione intercellulare e la produzione di molecole infiammatorie; il logoramento dei telomeri, i “cappucci” che proteggono la regione terminale dei cromosomi; l’esaurimento delle cellule staminali e molto altro.

Sinclair è stato ieri al centro di una conferenza divulgativa, presieduta da Camillo Ricordi, scienziato italiano che lavora presso l’Università di Miami e tra i massimi esperti al mondo di diabete, trapianti cellulari e medicina rigenerativa. All’evento, che si è tienuto online, hanno partecipato anche Enrico Garaci dell’Istituto San Raffaele di Milano, David Della Morte Canosci dell’Università Tor Vergata di Roma ed Anna Teresa Palamara dell’Università La Sapienza di Roma.

La ricetta di lunga vita? “Saltare un pasto e dormire bene”

La ricetta per una vita lunga e sana descritta da David Sinclair? Saltare un pasto al giorno, mantenere il corpo in esercizio, concentrandosi sulle anche e sulle articolazioni, dormire bene, evitare, per quanto possibile, lo stress.
L’età di ognuno di noi dipende da una serie di fattori, e oltre alla componente anagrafica dobbiamo tenere presente i fattori fisiologici. Esistono una serie di metodi per valutare l’età, uno dei più elementari è verificare la possibilità di alzarsi in piedi da seduti senza utilizzare le mani,” ha affermato Sinclair.
Diversi studi dimostrano che la componente genetica influenza la nostra aspettativa di vita circa al 20 per cento e il resto dipende da fattori ambientali, comportamentali, fortuiti. Ci sono siti particolari, come nella città di Okinawa, in Giappone, dove le persone sembrano più longeve, il che suggerisce che la componente ambientale possa giocare un ruolo fondamentale nelle aspettative di vita di una persona”.
A livello genetico, lo scienziato ha spiegato che esistono diversi componenti in grado di influenzare la capacità rigenerativa di un organismo: “Non dobbiamo dimenticare che l’invecchiamento è un processo naturale, che porta al danneggiamento delle cellule. Grazie ad alcuni composti è possibile invertire il deterioramento cellulare e stimolare la rigenerazione dei tessuti“.

Il team di Sinclair ha sperimentato una tecnica basata sulle cellule staminali pluripotenti e sulla proteina sirtuina 1, o SIRT1, che ha riparato il nervo ottico in un gruppo di roditori durante i test di laboratorio. Pubblicato sulla rivista Nature, lo studio del gruppo di ricerca di Sinclair ha condotto una serie di esperimenti per dimostrare la possibilità di invertire il processo di deterioramento cellulare in un campione di topolini, che hanno recuperato la vista dopo che il nervo ottico era stato danneggiato.

Possiamo resettare l’invecchiamento – ha proseguito Sinclair – dobbiamo ancora assicurarci che si tratti di un processo sicuro per l’essere umano, ma le applicazioni pratiche del nostro studio potrebbero invertire la cecità, restituire la vista, riparare tessuti e potenzialmente invertire l’invecchiamento“.
Quello che possiamo fare attualmente è concentrarci sul benessere dell’organismo. Seguire una dieta sana, evitare gli eccessi, svolgere attività fisica, e mantenere una buona rete di contatti sociali. Sebbene queste tecniche potranno un giorno essere implementate e diventare realtà, non credo che sarà mai possibile vivere per sempre, ma sicuramente possiamo aggiungere e valorizzare il tempo a disposizione durante l’arco delle nostre esistenze“.

Una volta si diceva che il nostro patrimonio genetico determinasse l’aspettativa di vita. Ora si pensa che forse contribuisca al 15%, mentre l’85% è determinato da fattori epigenetici. Si può resettare l’epigenoma e rallentare l’orologio dell’invecchiamento o farlo tornare indietro di decadi, grazie a un’armata di molecole scoperte e in via di sviluppo: da polifenoli, attivatori delle sirtuine, pterostilbene, politadine, fisetina, Omega3 e Vitamina D, per citarne alcune,” ha spiegato il dott. Ricordi, scienziato italiano che lavora presso l’Università di Miami e tra i massimi esperti al mondo di diabete, trapianti cellulari e medicina rigenerativa. “Prolungare la sopravvivenza sana, il cosiddetto healthy lifespan o healthspan rappresenta un dovere morale di qualsiasi società moderna e responsabile, dato che le malattie croniche legate all’invecchiamento sono responsabili del 90% della spesa sanitaria“.
Sarebbe possibile agire su quell’85% di fattori epigenetici con nutrizione, integrando molecole che attivano processi molecolari anti invecchiamento, che uniti da una serie di abitudini salutari, potranno permettere di vivere meglio e più a lungo“, conclude Ricordi.

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