La filiera dell’industria spaziale italiana “dovrà essere valorizzata, ancora di più aggregata“, ma nella partecipazione al programma Artemis che farà sbarcare “la prima donna e il prossimo uomo” sulla Luna, entro il 2024, “c’è anche una sfida per una nuova industria dello spazio” perché questo ambizioso progetto della Nasa e dell’Esa “richiederà la necessità di coinvolgere nuovi settori” dell’industria. A sottolinearlo è stato il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo spazio, Riccardo Fraccaro, intervenuto in apertura del webinar organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana “Programma Artemis: il ruolo dell’Italia”. Fraccaro ha quindi sottolineato che “l’Italia ha le conoscenze” scientifiche, tecnologiche e industriali per questa missione, “può essere un interlocutore degli Stati Uniti” per la nuova missione sulla Luna.
Anche con il presidente eletto degli Stati Uniti “Joe Biden torneremo a parlare del programma Artemis, così come è stato con il presidente Donald Trump. Sono convinto che il programma spaziale Artemis sarà portato avanti dagli Usa che sono i promotori principali, indipendentemente dalla presidenza del momento“, ha detto Fraccaro. “Il programma Artemis andrà avanti per decenni” e “io forse non lo vedrò” nella sua continua evoluzione, ha aggiunto. “Sono confidente che possiamo svolgere un ruolo importante, probabilmente non lo vedremo noi, io sicuramente non lo vedrò da questa postazione, ma credo che vedremo una base importante per le prossime generazioni“, con un primo passo “nel 2024 solo per iniziare, ma sicuramente bisognerà aspettare qualche decennio per vedere un programma Artemis completo“, ha detto Fraccaro. “Non ci poniamo limiti, ma siamo consapevoli che avremo tante sfide. Il Governo c’è, c’è stato fin dall’inizio, ora deve esserci l’intero sistema Paese a crederci, però l’obiettivo è talmente alto che ne vale la pena”.
Artemis “e’ un programma cui il governo ha deciso di aderire in tempi rapidissimi, perche’ ritiene che sia un’opportunita’ straordinaria, strategica e di visione– spiega Fraccaro-. Credo che sia un programma ambizioso e affascinante, ma anche sfidante. Parliamo di un programma che mira a far diventare la Luna una base in cui permanere in periodi piu’ o meno lunghi e poi consentire l’esplorazione di altri pianeti, sembra qualcosa piu’ grande di noi. Potranno arrivare successi, ma anche fallimenti“, ricorda il sottosegretario, menzionando anche il recente insuccesso del diciassettesimo lancio del vettore italiano Vega, prodotto dall’azienda Avio di Colleferro. “Ad Avio voglio dire: fallito il lancio, ma adesso bisogna alzarci e ripartire subito perche’ il prossimo deve funzionare. Credo sia uno sprone anche per le prossime missioni. Non pensiamo che andra’ tutto bene. L’obiettivo ne vale la pena: e’ la nuova era dell’esplorazione spaziale, dobbiamo crederci tutti”.
“In questa nuova era della New Space Economy, nuova era di esplorazioni, dovremo trovare soluzioni per sopravvivere in ambienti ostili come il suolo lunare”, questo “ha come grande vantaggio trovare soluzioni che poi ci serviranno sulla Terra“, ha concluso.