Ottenere l’accesso a servizi igienici adeguati per tutti entro il 2030: è questo l’obiettivo che le Nazioni Unite hanno inserito tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – il numero 6, dedicato all’accesso all’acqua e ai servizi igienici – e che il World Toilet Day vuole ricordare con forza. Il 19 novembre si celebra infatti in tutto il mondo questa Giornata mondiale istituita nel 2001, nata per sensibilizzare sull’importanza di adeguati servizi igienici per la salute delle persone: molti paesi in via di sviluppo ancora oggi non hanno accesso ai servizi igienici di base oppure condividono il bagno con altre famiglie e questo, insieme alla mancanza e alla scarsa qualità dell’acqua, a scarsi livelli di igiene e pratiche igienico-sanitarie inadeguate, hanno un impatto estremamente negativo sulla salute delle persone.
In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, il richiamo all’attenzione verso questi temi deve risuonare ancora più forte e sottolineare l’importanza di igiene e pulizia dei bagni nei luoghi comuni, come gli uffici e i luoghi di lavoro in generale.
“È in questi ambienti che le buone pratiche di una corretta igiene vengono spesso meno, proprio a causa della mancanza di una pulizia costante e periodica delle toilette e della scarsa igiene dei sanitari” – spiega Luca Peretti, Quality, Safety, Health & Environment Manager di Rentokil Initial Italia. “Paradossalmente, più i bagni e i sanitari sono sporchi, più le persone adottano comportamenti di igiene errati, eliminando passaggi fondamentali come il lavaggio delle mani dopo aver utilizzato i servizi igienici”.
Initial, azienda leader mondiale in servizi per l’igiene e profumazioni per ambiente, ha voluto indagare su questa tematica, realizzando insieme a BVA-Doxa una ricerca[i] per analizzare il cambiamento delle abitudini dei lavoratori e il loro rapporto con i servizi igienici nei luoghi di lavoro a seguito della pandemia di COVID-19. Quest’anno, nonostante il lungo periodo di smart-working per molti lavoratori, l’emergenza sanitaria ha portato un fortissimo aumento del livello di attenzione per la cura dell’igiene e, per alcuni aspetti, ha instillato un maggiore senso di responsabilità nelle persone.
Dalla ricerca è emerso non solo un cambiamento significativo nel singolo individuo a livello personale, ma anche la comparsa di nuove abitudini e attenzioni rispetto alle persone e all’ambiente circostanti. Questo lo si evince dal fatto che prima della diffusione del coronavirus solamente 1 persona su 2 (51%) prestava molta attenzione all’igiene dei sanitari del bagno sul luogo di lavoro. Ma dopo l’emergenza sanitaria questo dato è ora salito al 78%.
Per quanto riguarda l’igiene personale, tra gli intervistati 1 persona su 5 (21%) ha ammesso che prima dell’emergenza sanitaria prestava poca (o nessuna) attenzione all’igiene delle mani sul luogo di lavoro. Con l’arrivo in Italia del SARS-CoV-2 invece, la totalità degli italiani (98%) presta ora molta attenzione all’igiene delle mani e questo è sicuramente un primo passo verso il miglioramento dell’igiene in ambienti comuni, anche se molto c’è ancora da fare soprattutto da parte delle aziende che devono adottare precauzioni e strumenti per garantirla.
“L’igiene del bagno e degli ambienti di lavoro in generale è fondamentale, non solo in questo periodo storico dove l’attenzione verso questo tema è portata ai massimi livelli” commenta Luca Peretti, Quality, Safety, Health & Environment Manager di Rentokil Initial Italia. “L’indagine che abbiamo condotto insieme a BVA-Doxa rivela che, prima dell’emergenza sanitaria, solamente 1 intervistato su 4 (26%) riteneva che la propria azienda prestasse molta attenzione all’igiene dei sanitari del bagno. La pandemia ha cambiato radicalmente la percezione dell’igiene degli spazi comuni e, quando questa situazione sarà rientrata, le aziende dovranno impegnarsi per offrire standard igienici più alti, implementare periodicamente la pulizia e la disinfezione dei bagni e di tutti gli spazi comuni per garantire la salubrità dei propri dipendenti”.
Un altro dato interessante che emerge dall’indagine è infatti il ruolo del datore di lavoro, che deve aiutare i propri dipendenti a gestire e vivere meglio l’ambiente lavorativo: il 37% delle persone ha affermato che apprezzerebbe l’organizzazione di training sulle buone pratiche di igiene negli spazi comuni e affrontare con più serenità la vita all’interno del proprio ufficio.
[i] Le abitudini degli italiani nell’ambito dell’igiene, Indagine demoscopica realizzata da BVA-Doxa per Rentokil Initial attraverso 1.000 interviste online su un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana adulta di 35-60 anni. Le interviste sono state condotte dal 29 maggio al 10 giugno 2020.