Il 25 dicembre non è il giorno in cui è nato Gesù: la vera storia, i fatti e le date sulla nascita del bimbo di Nazareth

Il 25 dicembre come data della nascita di Gesù è stato 'scelto a tavolino' per poter sostituire le tradizioni pagane con quelle cristiane
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Per Natale 2020 nessuna deroga al coprifuoco dovuto alle misure anti Covid: secondo quanto anticipato dal Governo si dovrà rientrare a casa entro le 22. Le messe natalizie, dunque, dovranno con molta probabilità essere anticipate almeno a due ora prima. Una misura, quella decisa dal Governo, discutibile sia da un punto di vista scientifico che religioso, e che ha creato subbuglio nel mondo politico e non solo. Ma a prescindere dall’utilità di una misura simile, c’è un punto intorno al quale si è incentrata la polemica e che in verità è l’unico davvero discutibile: ora e giorno della nascita di Gesù.

Già, perché c’è poco da girarci intorno: Gesù non è nato nella notte tra il 24 e il 25 dicembre e a dire il vero non è nato nemmeno nell’anno zero. E di conseguenza non è nato nemmeno a mezzanotte. Un fatto, questo, non da poco se pensiamo che, in vista nel nuovo Dpcm che sarà varato questa sera per entrare in vigore nelle ore successive, si tratta proprio di uno dei punti sui quali i nostri politici discutono maggiormente. Perdendo tempo prezioso che potrebbe essere utilizzato per ben altri scopi e con ben altri obiettivi. Ma proviamo a fare chiarezza ripercorrendo fatti storici e tradizioni religiose.

Partiamo dalla fine. In teoria, il nostro, dovrebbe essere uno Stato laico, o almeno per questo si era duramente battuto Camillo Benso, conte di Cavour, volendo a tutti i costi affermare principio di laicità dello Stato, come “diretta conseguenza dell’affermazione del costituzionalismo liberale e si collega strettamente a una tutela più forte della libertà di religione. La laicità dello Stato, infatti, trae origine dai processi di secolarizzazione e comporta, da un lato, una netta separazione tra la sfera politica e la sfera religiosa e, dall’altro, il definitivo abbandono del c.d. giurisidizionalismo (di cui era espressione il principio «cuius regio, eius et religio»)“, come spiega egregiamente la Treccani. Cosa significa tutto questo e come può essere interpretato alla luce degli odierni eventi? Semplice: se il Dpcm presenta norme e restrizioni discutibili, che si discutano, ma la politica non può e non dovrebbe discutere di fatti prettamente attinenti la sfera religiosa. Detto questo, ecco la ricostruzione della nascita di quel personaggio storico e religioso che è stato Gesù di Nazareth.

Innanzitutto, come spesso accade con la Storia che affonda le sue radici nel lontanissimo passato, ci sono numerosi dubbi sulla data di nascita effettiva di Gesù, considerando gli errori o gli ‘aggiustamenti’ di calcolo fatti dagli storici secoli fa. Partiamo da qualche descrizione degli eventi che troviamo nei Vangeli, una delle fonte principali da cui attingere informazioni in merito alla vicenda e alla storia che verte intorno alla nascita del bimbo di Nazareth.

Come racconta Luca, ad alcuni pastori comparvero gli angeli che annunciarono loro la nascita del Salvatore. I pastori dissero: “Dobbiamo assolutamente andare a Betlemme a vedere quello che è accaduto e che Geova ci ha fatto sapere” (Luca 2:15). Partirono e trovano il bambino appena nato, il piccolo Gesù, proprio nel luogo che era stato loro indicato, a Betlemme. Questa vicenda ci fornisce già un indizio molto importante: il fatto che i pastori, con le loro greggi al pascolo, abbiano trascorso diverse notti all’aperto è indicativo, visto che in quel periodo, nella zona intorno a Betlemme, piove molto e fa freddo. E’ altamente improbabile che l’imperatore romano abbia chiesto a un popolo già incline alla ribellione di viaggiare per giorni in pieno inverno per farsi registrare da un censore. Verosimilmente, anche in base alle date dei censimenti ufficiali di quell’epoca, è probabile che Gesù sia nato in ottobre, quando il clima è più mite.

Inoltre, come è noto, Maria e Giuseppe non si trovavano nella loro Nazareth al momento della nascita del piccolo, perché era stato avviato un il censimento di Quirinio, disposto dal governatore romano Publio Sulpicio Quirinio nelle province di Siria e Giudea nel 6 d.C., quando i possedimenti di Erode Archelao passarono sotto diretta amministrazione romana. Proprio nel Vangelo secondo Luca (2,1-2) viene nominato un “primo censimento” di Quirinio realizzato “su tutta la terra” dietro ordine dell’imperatore Augusto, in occasione del quale avvenne la nascita di Gesù a Betlemme, al tempo di re Erode (morto probabilmente nel 4 a.C.). Secondo la maggior parte degli storici, laici e cristiani, l’autore del Vangelo secondo Luca ha erroneamente retrodatato il censimento del 6 d.C., o spostato la nascita a tale epoca, forse con l’intento di collocare la nascita di Gesù a Betlemme anziché a Nazareth (luogo di residenza di Giuseppe e Maria);  altri studio, invece, sostiene la possibilità di un censimento in due fasi a distanza di anni l’una dall’altra.

I due sovrani che regnarono durante la vita di Gesù furono Erode il Grande ed Erode Antipa e per questo motivi storici e biblisti concordano ormai nel ritenere errata la tradizionale data di nascita di quello che dalla religione Cristiana è stato poi considerato non solo un semplice profeta, ma il figlio di Dio. La data in questione, tra l’altro, non è riportata con precisione né nei Vangeli né in altre fonti. Secondo gli studiosi bisognerebbe spostarla indietro, ovvero tra l’anno 8 a.C. e l’anno 4 a.C. La datazione del 25 dicembre dell’1 a.C. fu stabilita dal monaco orientale Dionigi il Piccolo, vissuto tra il V e il VI secolo. In base ai Vangeli e alla tradizione, collocò la nascita di Gesù nel 754° anno dalla fondazione di Roma. Dionigi introdusse anche l’usanza di contare gli anni “dalla incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo”, per cui il primo anno dopo la nascita di Gesù divenne l’anno 1 d.C. Nonostante sia ormai chiaro che il calcolo di Dionigi fosse sbagliato, per praticità quello stesso anno è ancora il punto di partenza per contare gli anni nel calendario gregoriano.

Gli studiosi, oggi, sono concordi nel dire che Gesù sia nato tra l’anno 8 a.c. e il 4 a.c. e  a sostegno di questa ipotesi vi è il fatto che racconto evangelico e certezze storiche combacino: Gesù è nato subito dopo il censimento di Augusto dell’8 a.C., ovvero quello per cui Giuseppe e Maria si misero in viaggio nonostante la gravidanza avanzata della donna, e prima della morte di Erode il Grande, avvenuta nel 4 a.C. Dunque, alla luce di questo tutto questo, oggi (3 dicembre 2020) dovremmo essere in realtà un anno non ben precisato tra il 2025 e il 2029, sempre ponendo la nascita di Cristo come anno zero.

Ma perché la scelta è ricaduta sul 25 dicembre? Semplice: era necessario far accettare di buon grado la nuova tradizione al popolo romano, storicamente incline a rispettare antichissime usanze. Ed è proprio alle tradizioni romane, e prima ancora a quelle greche, che si deve la data del 25 dicembre. Partiamo dall’Antico Egitto: “Nelle antiche tradizioni egizie, il ringiovanimento/compleanno di un re nuovo/rinnovato simbolicamente arriva 28 giorni dopo il 27 novembre, l’ultima cena simbolica e la morte di Osiride; vale a dire il 25 dicembre. Il calendario cristiano celebra lo stesso giorno della nascita (rinascita) del nuovo re, vale a dire Gesù, che è indicato come un re in tutta la Bibbia. Il ciclo di 28 giorni significa l’avvento (sia nelle antiche tradizioni egizie che cristiane) del re. Tutti gli elementi menzionati nell’Enciclopedia cattolica menzionati sopra concordano con le loro origini egiziane, per cui Osiris incarna come Horus e Osiride divenne il giudice dei morti. A causa dell’assoluta mancanza di testimonianze storiche e archeologiche a sostegno dei racconti biblici della nascita, della vita e della morte di Gesù, e affinché la Chiesa cristiana potesse stabilire una data di nascita di qualche tipo, si rivolse all’Egitto. Praticamente tutte le chiese hanno raccolto le loro date da un antico elenco Egizio che è stato attribuito a Clemente di Alessandria. L’elenco pone diverse date: 25 Pachon (20 maggio), 24 o 25 Pharmuthi (19 o 20 aprile). Clemente, tuttavia, ha indicato che l’Epivia (e con essa, probabilmente la Natività) è stata celebrata il 15 o 11 di Tobi (10 o 6 gennaio). il 6 gennaio si è dimostrata la data adottata per il suo “compleanno” in tutte le varie chiese del bacino del Mediterraneo. Il 25 dicembre è venuto dopo e si basava sul calendario Giuliano, che è 13 giorni dopo il 6 gennaio” (Fonte: https://it.egyptianwisdomcenter.org/).

Nell’antica Roma, poi, proprio il 25 dicembre si svolgeva una celebrazione pagana dedicata al Sole. Aureliano consacrò il tempio del Sol Invictus proprio il 25 dicembre 274, nel corso di una festa chiamata Dies Natalis Solis Invicti, “Giorno di nascita del Sole Invitto”, facendo del dio-sole la principale divinità del suo impero, in onore del quale l’imperatore indossava anche una corona a raggi.  In seguito, nel momento in cui si ritenne indispensabile far assurgere il Cristianesimo a religione ufficiale e quasi esclusiva dell’Impero, si decise di ‘sostituire’ le due festività, per legittimare il culto cristiano anche agli occhi di chi restava fedele alla tradizione pagana. E in realtà, dalla tradizione del Sol Invictus, nacquero numerose altre tradizioni, soprattutto iconografiche, che oggi riteniamo cristiane e che hanno invece origine pagane.

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