Basta fame nervosa, abbuffate e diete estenuanti: come fermare il circolo vizioso e perdere peso con la “mindful-eating”

Addio fame nervosa, abbuffate e diete estreme: la psicoterapeuta spiega come perdere peso e mantenere la forma fisica con la tecnica "mindful-eating"
MeteoWeb

Sotto le feste la ‘lotta’ col cibo può diventare ancora più ardua: chi ha già un rapporto problematico con l’alimentazione si ritrova a dover fare i conti con pranzi e cene abbondanti, dolci in quantità industriale, e conseguenti sensi di colpa, innescando meccanismi che mettono in crisi la persona in modo ancora più profondo.
Come si può ritrovare un equilibrio che consenta di rendere più sereno il momento di mettersi a tavola? “La mindfuleating è un approccio terapeutico innovativo e ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica – spiega a MeteoWeb la psicoterapeuta Federica Faustini, responsabile dell’area Psicologia del centro B-Woman per la salute della donna di Roma – che attraverso un protocollo standardizzato di nove incontri (MB-EAT), permette a tutti coloro che hanno un rapporto conflittuale con il cibo di affrontarlo e risolverlo. Molte persone, infatti, nonostante non soffrano di disturbi del comportamento alimentare chiaramente diagnosticabili, hanno un rapporto negativo con l’alimentazione, ma in modo totalmente inconsapevole. Pensiamo a chi soffre di fame nervosa e che ricorre alla abbuffate per gestire le proprie emozioni negative, o ai ‘dieter’ che si sottopongono a continue ed estenuanti diete ‘on-off’, portando il corpo da uno stato di privazione fisiologica e psicologica (dieta on) ad uno stato di sovra-alimentazione incontrollata (off), fino ai ‘binge eater’ i cui meccanismi di fame e sazietà sono profondamente malfunzionanti”.

Dott.ssa Federica Faustini
Dott.ssa Federica Faustini

La mindful eating, sottolinea l’esperta, “rappresenta una via molto valida per prendere di mira quel circolo vizioso che alimenta la fame emotiva, offrendo la possibilità di riconoscere l’innescarsi di quel meccanismo che noi chiamiamo ‘loop’ e che determina l’iper-reazione al cibo. Attraverso un vasto bagaglio di tecniche insegna a riconoscerlo in tempo per non entrarvi o ad uscirne fuori, una volta che si è innescato. Ogni volta che si spezza un circolo vizioso, la cattiva abitudine a consolarsi col cibo si indebolisce, per lasciare spazio a modalità più sane per farvi fronte. Inoltre, studi sul protocollo MB-EAT (Mindfulness Based-Eating Awereness Training) dimostrano che, se utilizzato in psicoterapia, anche 4 mesi successivamente al termine del protocollo, il 95% degli individui affetti da Binge eating non soddisfa più i criteri del disturbo alimentare (Kristeller et al., 2012)”.

Questa tecnica, prosegue Faustini, “permette di tornare ad un’alimentazione consapevole, aiutando letteralmente il cervello a ripristinare il suo naturale lavoro di regolare introito e dispendio calorico. Attraverso l’utilizzo di questo protocollo il paziente sarà in grado di compiere scelte alimentari a favore della salute e del benessere, senza ricorrere al ‘pilota automatico’ che spesso si mette in moto inconsapevolmente. Si riuscirà a distinguere tra fame emotiva e fame fisiologica, a capire quali sono i cibi ‘trigger’ che scatenano le abbuffate compulsive, a conoscere e gestire i pensieri disfunzionali e  le credenze che portano all’alimentazione incontrollata. Il perseguimento di questi obiettivi, consentirà al paziente di perdere il peso in eccesso e di mantenere la forma fisica ottimale”.

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