Nella cura delle infezioni virali delle vie respiratorie, a partire dal raffreddore, la natura viene in aiuto dell’uomo con una sostanza contenuta nelle piante, in particolare nella buccia dell’uva, il resveratrolo. Il gruppo di ricerca di Paola Mastromarino, docente di Microbiologia presso Sapienza Università di Roma, ha realizzato uno studio, prima in vitro poi con un trial clinico su un campione di neonati, verificando l’effettiva efficacia del resveratrolo nel ridurre la capacità di moltiplicazione del virus del raffreddore e quindi nell’accorciare la durata dell’infezione e renderne meno forti i sintomi. I risultati di questa ricerca sono stati presentati nel corso del congresso virtuale della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) in corso fino a domani in modalità online.
Preliminarmente, spiega la docente di Microbiologia, “abbiamo verificato la capacità del resveratrolo di inibire la replicazione del virus del raffreddore in vitro, in epiteli nasali provenienti da esseri umani sani, e abbiamo avuto una notevole riduzione nella capacità di replicazione del virus. Non solo- aggiunge- abbiamo riscontrato anche una notevole riduzione dello stato infiammatorio che consegue all’infezione virale“.
Successivamente, prosegue Mastromarino, “sulla base di questi risultati, il resveratrolo, in associazione con un altro composto chiamato carbossimetilglucano, è stato testato anche in un trial clinico. Abbiamo scelto di utilizzare il resveratrolo in combinazione con quest’altro componente– tiene a precisare la biologa- perché il resveratrolo, da solo come molecola, ha una serie di effetti non positivi che consistono in una breve emivita, in una scarsa biodisponibilità e in una facilità di ossidazione e quindi di perdita delle sue caratteristiche. Problemi che hanno portato allo scarso utilizzo del resveratrolo nella pratica clinica- chiarisce- L’associazione con il carbossimetilglucano ha permesso di bypassare questi inconvenienti, di rendere la molecola più stabile, efficace e facilmente biodisponibile“.
Riguardo al trial clinico, Mastromarino prosegue spiegando che “è stato realizzato su circa 100 neonati con sintomi coerenti con un’infezione da virus respiratorio. Di questi, una quarantina avevano mostrato, all’esito del tampone effettuato all’arruolamento per il trial, la presenza del rinovirus (il virus del raffreddore, ndr). Sono stati quindi divisi in due gruppi e trattati con resveratrolo in gocce nasali. A una settimana dall’inizio del trattamento- chiarisce la docente- abbiamo notato una significativa diminuzione dei sintomi, rinorrea, starnutazione e tosse, nel gruppo trattato con resveratrolo rispetto a quello trattato col placebo. A due e sette giorni dall’arruolamento sono stati effettuati altri due tamponi anche per verificare la presenza delle citochine pro-infiammatorie, che sono una normale evenienza quando c’è un’infezione virale. Non ci sono state differenze significative nelle citochine tranne che per un recettore cellulare che è il sistema che la cellula ha per avvertire che c’è un patogeno. Il virus si lega a questo recettore e la cellula mette in moto una serie di meccanismi per difendersi dal virus, a partire dalla produzione dell’interferon, che impedisce alle cellule circostanti di infettarsi. Abbiamo dimostrato- sottolinea Mastromarino- che nel gruppo trattato con resveratrolo c’è una maggiore quantità di recettori capaci di rilevare la presenza del virus e quindi poi di difendersi dall’infezione virale“. “I risultati di questo nostro lavoro, insieme ad altri simili dedicati ad altri virus– tiene a precisare la ricercatrice- ci danno conforto nella possibilità di utilizzare un prodotto naturale per ridurre la durata delle infezioni e lo stato infiammatorio, quindi i sintomi, conseguente a un virus respiratorio“.
Quella realizzata dal gruppo della professoressa Mastromarino non è la sola ricerca dedicata al resveratrolo e ad altre molecole naturali. “Diversi gruppi di ricerca- precisa- stanno cercando di individuare molecole non solo prodotte in laboratorio, ma anche estratte da sostanze naturali in grado di ridurre o bloccare addirittura la replicazione virale”. Una necessità che nasce dalla mancanza, ad oggi, “di molecole farmacologiche capaci di ridurre la replicazione del virus nelle vie respiratorie. Abbiamo dunque poche armi per guarire da un’infezione respiratoria. In un individuo sano con un sistema immunitario competente è quest’ultimo a far guarire dall’infezione virale” ricorda la professoressa. Individuare una cura che interrompa la replicazione dei virus respiratori risulta particolarmente importante perché, aggiunge Mastromarino, “è noto a tutti che sia gli adulti ma soprattutto i bambini hanno frequenti infezioni da virus respiratori che nella maggior parte dei casi possono ripresentarsi molte e molte volte nel corso della vita. Quando ci si infetta con lo stesso virus, l’infezione porta ad avere un’immunità che è solo di breve durata, che quindi dopo alcuni mesi o un anno, anno e mezzo ci si può re-infettare con lo stesso virus“.