Scrutare la struttura interna della Via Lattea e osservare i processi di formazione stellare con dettagli senza precedenti. Ora gli astronomi potranno farlo grazie a SEDIGISM (Structure, Excitation and Dynamics of the Inner Galactic Interstellar Medium), una nuova indagine tridimensionale della nostra galassia. Pubblicato sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society attraverso tre documenti separati, questo e’ il risultato di uno studio condotto da un team internazionale di oltre 50 astronomi, che hanno rivelato un’ampia gamma di strutture all’interno della Via Lattea, da singoli gruppi di formazione stellare a gigantesche nuvole molecolari, che potrebbero allargare i confini della conoscenza riguardo l’evoluzione della nostra galassia.
Una delle pubblicazioni ha fornito un catalogo di oltre 10 mila nuvole di gas molecolare. “Con la pubblicazione di questa mappa senza precedenti delle nuvole fredde nella nostra Via Lattea – dichiara Frederic Schuller del Max Planck Institute for Radio Astronomy (MPIfR), autore principale di una delle tre pubblicazioni – si compie un enorme sforzo di osservazione”. “La Via Lattea prende il nome dal suo aspetto visibile dalla Terra – osserva Ana Duarte Cabral, ricercatrice della Royal Society University della School of Physics and Astronomy presso l’Universita’ di Cardiff e autrice di questo paper – ed e’ una galassia a spirale con un diametro stimato tra 170 e 200 mila anni luce, e potrebbe contenere tra i 100 e i 400 miliardi di stelle“. L’esperta spiega che la nostra galassia e’ costituita da una regione centrale circondata da un disco deformato di gas e polvere che fornisce le materie prime da cui si formano nuove stelle. “Il nostro catalogo – commenta la scienziata – consentira’ alla ricerca di analizzare come la struttura a spirale della nostra Via Lattea influenzi il ciclo di vita delle nebulose, le loro proprieta’ e la formazione delle stelle”.
Il team ha misurato il raro isotopo della molecola di monossido di carbonio, 13CO, utilizzando il telescopio Atacama Pathfinder Experiment, sull’altopiano di Chajnantor in Cile, ottenendo stime piu’ precise della massa delle nubi di gas e della loro velocita’. “Le analisi hanno rivelato che solo una piccola percentuale delle nebulose e delle strutture identificate, circa il 10 per cento, possiede le caratteristiche necessarie a favorire la formazione delle stelle” – spiega James Urquhart dell’Universita’ del Kent, principale autore della terza pubblicazione.
“I nostri dati, inoltre – aggiunge Duarte Cabral – suggeriscono che la struttura e la composizione delle nuvole e delle nebulose non dipendano dalla posizione all’interno della Via Lattea, come ipotizzato in precedenza. La nostra galassia potrebbe non avere la reale struttura che avevamo pensato, potrebbe essere di natura piu’ flocculante“. “Questo sistema – concludono gli autori – puo’ essere utilizzato da chiunque desideri studiare la cinematica o le proprieta’ fisiche delle singole nuvole molecolari o condurre indagini statistiche su campioni piu’ grandi di ammassi stellari, per cui crediamo che abbia un enorme valore per la comunita’ scientifica che si occupa di studi in questo campo”.