Un’esplosione si è verificata lungo il gasdotto di rifornimento di al Arish, capoluogo del Nord Sinai egiziano. Le fiamme sono visibili da oltre 30 chilometri di distanza, riferiscono testimoni sul posto. La regione è teatro del conflitto armato tra l’esercito egiziano e diverse formazioni separatiste di matrice jihadista.
Si tratta della seconda esplosione del genere in un mese nella stessa regione. Gli attivisti hanno riferito, sui social media, che l’esplosione è avvenuta a Sabika, che si trova a est della città di Bir al-Abed. Gli utenti dei social media hanno condiviso video clip e foto dal sito dell’esplosione del gasdotto sulla strada internazionale nella città di Al-Arish nel Nord Sinai. Le immagini hanno mostrato le fiamme che si alzavano nella zona.
“Il gasdotto è stato colpito nel villaggio di Rawda, a ovest di Al-Arish, e filmato da una distanza di 40 km (la mano del colpevole e lo scià dell’aggressore sono rimasti paralizzati)” ha scritto sui social Hosam Fahmy Younes, postando il video. E prima dello scorso 20 novembre, è avvenuta un’esplosione nella linea principale che trasportava gas naturale tra Egitto e Israele, sempre nell’area di Sabika. In quell’occasione il portavoce dell’esercito egiziano, il colonnello Tamer Al-Rifai, ha descritto l’esplosione come il confine, sottolineando che non sono stati registrati feriti o perdite. Sempre in quel momento, il quotidiano israeliano Yediot Aharonot riferì che Wilayat Sinai, la filiale egiziana dello Stato Islamico, annunciò di aver rivendicato l’attacco tramite il proprio account Telegram.
Negli ultimi anni, l’organizzazione ha ripetutamente preso di mira i gasdotti nel Nord Sinai, oltre ad attaccare ripetutamente l’esercito egiziano e le forze di sicurezza locali.