In Italia, tanti beni culturali a rischio idrogeologico: in Abruzzo, la Madonna della Croce in Pietranico rischia di scivolare via per uno smottamento

Beni culturali a rischio idrogeologico: “In Italia abbiamo 37.847 siti culturali soggetti a fenomeni franosi e 31.137 a rischio alluvioni"
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“In Italia i beni culturali potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono 11.712 nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata; raggiungono complessivamente 37.847 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I monumenti a rischio alluvioni sono 31.137 nello scenario a pericolosità media e raggiungono i 39.426 in quello a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi”. Lo ha dichiarato Rosario Santanastasio, geologo e Presidente Nazionale ArcheoClub d’Italia. ArcheoClub d’Italia è impegnata da 50 anni nella tutela del patrimonio archeologico, culturale, artistico e naturalistico dell’Italia ed è presente sul territorio nazionale con ben 140 siti gestiti dai propri soci che sono 4400 ma è anche già attiva in Protezione Civile.

In Puglia

“In Puglia la Fortificazione federiciana di Lucera, in provincia di Foggia, è potenzialmente minacciata da una frana. Infatti tale Fortificazione poggia su una collina in dissesto per frana, ma anche  il centro storico di Polignano a Mare soffre di dissesto idrogeologico – ha proseguito Santanastasio –  come l’antico centro messapico di Roca e San Foca sulla costa pugliese, poi c’è Ginosa, nota come capitale della Magna Grecia, è stata più volte travolta da alluvioni”.

Ed ancora in Abruzzo

“Ad esempio il monumento della Madonna della Croce in Pietranico, in provincia di Pescara, con annesso convento corre da tempo grave pericolo a causa di uno smottamento che rischia di far scivolare tutto il monumento a valle. Si rischia di perdere anche il Convento adiacente edificato nel 1630.

Non è un caso che questa chiesa – ha dichiarato Giulio De Collibus, Presidente ArcheoClub D’Italia sezione Pescara, e Presidente Onorario di ArcheoClub D’Italia –  purtroppo poco conosciuta nonostante la sua importanza artistica e il suo fascino, sorga a pochi Km dal ben più noto Oratorio di Santa Maria delle Grazie di Alanno, vero capolavoro del barocco di questa regione. La sua costruzione in questa zona isolata, iniziata nel 1913 e probabilmente ultimata nel 1618, è legata al miracolo della Madonna che qui apparve ad un contadino, come ricordato in un’iscrizione dipinta all’interno sopra la porta di ingresso. La chiesa esternamente ha un aspetto austero, con una severa facciata di pietra liscia la cui unica fantasia è data dalle pareti delle cappelle laterali che arretrano un poco rispetto a quella centrale. Molto semplici anche il portale e la finestra quadrata che si apre al di sopra. Internamente ha una sola navata, divisa in due parti da un arco, e due piccole cappelle laterali che si aprono a destra e sinistra dell’ingresso.

Lo spazio interno, con una pianta a T rovesciata, è organizzato su una navata centrale composta da due campate cubiche tra loro separate da un arco e coperte da volte a padiglione; questa navata è affiancata da due cappelle a pianta quadrata, alle quali si accede tramite altri due archi: la cappella di sinistra dedicata all’Annunziata, mentre quella a destra a Santa Maria della Croce. Al centro della navata centrale si trova l’altare maggiore in stucco, affiancato da due colonne bianche a tortiglione e sovrastato da un timpano lineare spezzato. L’altare ospita una tela con la Crocefissione.

La caratteristica principale dell’interno è la ricchezza di stucchi e decorazioni, che contano 55 scene e ritratti suddivisi in tre cicli pittorici. Gran parte della decorazione è rappresentata da medaglioni incorniciati in stucchi. Il percorso pittorico inizia nella cappella della Madonna della Croce con episodi della vita di Maria disposti a spirale per terminare nella volta, con la figura di Dio circondato dagli Evangelisti. L’autore dei dipinti è ricavabile dalla firma, Tommaso Bernardini, che riporta anche la data del 1628. La narrazione prosegue nella cappella dell’Annunziata, dove alla Vita di Maria si affiancano scene della Vita di Cristo, dalla natività fino alla Passione. Anche questi dipinti sono firmati dall’autore, Antonello de Castellis di Tocco da Casauria, e datati 1640. Nella navata centrale, infine, si trovano 18 scene della Passione risalenti al 1670, data riportata sulla controfacciata. E’ un patrimonio da non perdere”.

E ancora a Nocciano, sempre in Abruzzo.

“La chiesa di San Lorenzo in Nocciano – ha proseguito De Collibus – bellissima abside gotica, sconosciuta ai più, restaurata da poco. A causa di una situazione geologica particolare, ora è di nuovo piena di lesioni ed è attualmente chiusa. Infatti la chiesa si trova su una collina con alla base uno strato argilloso”.

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