Paolo Rossi, forse una banda organizzata dietro il furto in casa durante i funerali

Accertamenti dei Carabinieri dopo il furto nella casa di Paolo Rossi: chi ha agito non avrebbe lasciato impronte e avrebbe utilizzato più mezzi
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È ancora tanta l’indignazione e la rabbia dell’Italia per il furto compiuto nella casa di Paolo Rossi, a Bucine (Arezzo), mentre a Vicenza si svolgevano i funerali dell’amato campione di calcio. Intanto oggi sono stati svolti una serie di accertamenti da parte dei carabinieri di Arezzo nella tenuta di Rossi, immersa nella campagne di Poggio Cennina. I carabinieri ipotizzano che dietro il furto ci sia una banda organizzata e non un ladro, per cosi’ dire, occasionale. Da quanto emerso chi ha agito non avrebbe lasciato impronte. Due o forse tre i mezzi con cui i malviventi sarebbero arrivati sul posto come indicherebbero alcune testimonianze di persone che hanno notato movimenti di auto.

Riguardo al bottino, secondo un primo inventario, dalla casa sarebbe sparito il Rolex indossato abitualmente da Paolo Rossi, 150 euro e forse qualche gioiello di non ingente valore: cimeli ed altro sono conservati altrove in sicurezza proprio per precedenti furti avvenuti in zona. Intanto il sindaco di Bucine Nicola Benini, parlando con i giornalisti, si e’ detto sconvolto per quanto avvenuto, proprio nel momento in cui il paese si prepara ad omaggiare Paolo Rossi con una cerimonia che si terra’ in settimana, e a dedicargli lo stadio locale. “Rossi era amico di tutti qui, potevi trovarlo dal macellaio, al bar, in qualche cena pubblica – dice Benini -. Mi ha scritto stamani la moglie Federica sottolineando come non vuole che questo possa rovinare il fiume di affetto e amore formatosi intorno a Paolo. Per tale motivo anche noi lo ricorderemo ma senza decretare il lutto cittadino proprio per ricordarlo come un uomo solare e pieno di umanita’. Spero comunque che prendano i banditi al piu’ presto”.

La moglie: “Non voglio più parlarne, spero continui l’ondata d’amore per lui”

paolo rossiMi e’ stata tolta una cosa importante di Paolo, un orologio, oltre a una statuetta. Questo mi ha portato ancor piu’ dolore, ma anche lui diceva che la cosa importante sono i sentimenti, non le cose. Per fortuna i cimeli li conservavamo da un’altra parte e non sono stati toccati“. Cosi’ Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi, in collegamento con ‘Tutta rete’ su Rai2. Parlando degli ultimi giorni di Rossi, la moglie ha detto di aver cercato di “proteggerlo” fino all’ultimo. “Avrei voluto chiamarvi – ha detto rivolgendosi ad Alessandro Altobelli, che da studio si era rammaricato di non aver saputo, come gli altri ex compagni di nazionale, della gravita’ delle condizioni dell’amico -, ci ho pensato molto ma per lui sarebbe stato troppo, vedendovi avrebbe capito di essere vicino alla fine. Anche quando mi diceva ‘sto per morire’, io gli dicevo di no, parlando di quello che avremmo fatto presto”. “

All’ultimo – ha proseguito -, due giorni prima della fine, le nostre figlie ed io gli abbiamo promesso che ce la faremo. Ora ci prenderemo un po’ di giorni per organizzarci, poi porteremo avanti progetti che avevamo insieme. Per noi non ci sara’ un Natale. Staremo molto vicine noi tre, a unire i pezzi della nostra vita ma facendo partecipare anche lui”. “Il nostro desiderio ora – ha concluso rispondendo ad una domanda del conduttore Marco Lollobrigida – e’ che continuasse questa atmosfera, questa ondata di amore, affetto e rispetto per Paolo e non parlare piu’ di ladri, che lascia il tempo che trova”.

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