La scoperta destinata a cambiare la storia: Pompei fondata dagli etruschi, molti anni prima di divenire colonia romana [FOTO]

Pompei sarebbe stata creata dagli etruschi e non dai romani: la scoperta archeologica destinata a cambiare la storia
  • alcova Pompei
  • alcova Pompei
  • alcova Pompei
  • alcova Pompei
  • alcova Pompei
  • alcova Pompei
  • Termopolio Regio V Pompei
  • gladiatori combattenti pompei
  • Termopolio Regio V Pompei
  • Termopolio Regio V Pompei
  • gladiatori combattenti pompei
  • gladiatori combattenti pompei
  • Pompei
/
MeteoWeb

E’ un’ipotesi che, con l’avanzare degli scavi e degli studi sul materiale ritrovato, diventa sempre più un certezza: Pompei, che è patrimonio dell’umanità dal 1997, sarebbe stata fondata dagli etruschi. Era uno dei più grandi  interrogativi sulla città vittima dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C e ora la risposta: sarebbero stati gli etruschi a dare forma alla città, organizzarla e costruirne strade e vicoli, esattamente come lo stesso popolo aveva già fatto per Tarquinia, Veio, Cerveteri e Orvieto.

Secondo gli esperti la città sarebbe stata fondata e costruita in poco tempo, anche grazie al lavoro di numerosi schiavi liberati, ad opera di una comunità di lingua e cultura etrusca che si è avvalsa di artigiani locali, lasciandosi anche influenzare dalle culture italiche e greche presenti sul territorio campano. Pompei fu una città ricca e potente fino al 474 a.C, anno in cui a seguito della battaglia navale di Cuma, i greci vinsero contro gli etruschi, facendo scomparire Pompei dalla scena per quasi un secolo, durante il quale fu anche abbandonata dai propri abitanti.

Insieme a Massimo Osanna, da settembre alla guida della direzione generale dei musei del Mibact, l’archeologo Carlo Rescigno, accademico dei Lincei, e con l’introduzione dell’accademico Roberto Antonelli, hanno presentato la scoperta ai loro colleghi: Fausto Zevi, professore di storia dell’arte greca e romana alla Sapienza di Roma, Carmine Ampolo, che si occupa di storia greca alla Normale di Pisa e Pier Giovanni Guzzo, il quale per molti anni è stato alla guida degli scavi di Pompei.

Il greco Strabone faceva risalire le origini di Pompei agli Osci, una popolazione di ceppo sannitico della Campania preromana. E per tanti secoli si è pensato che il celeberrimo geografo degli antichi avesse ragione. Ma sulla fondazione di Pompei, avvenuta almeno 700 anni prima della sua tragica fine, è di fatto sempre rimasto il mistero. Fino ad oggi.

Sarebbero stati dunque gli etruschi, molti secoli prima che la città ddiventasse una colonia romana, a fondare Pompei, a darle forma con le mura, ad organizzare le sue strade “seguendo il cielo e le stelle“. Uomini etruschi avrebbero fondato i primi santuari, a partire da quello fuori della città sulla via che dall’abitato portava al porto di Stabiae, snodo di fortunati traffici commerciali. A spingere “con insistenza” verso l’ipotesi di una fondazione etrusca, spiega Osanna, sono innanzitutto degli oggetti: centinaia di anfore, vasi e ampolle tra cui oltre 70 coppe con iscrizioni ritrovate nello scavo del santuario costruito lungo la strada che collegava la città al mare, una costruzione a pianta rettangolare e a cielo aperto, riemersa a poche centinaia di metri dalle mura meridionali della città, in quello che viene indicato come il “Fondo Iozzino”, dal nome del suo antico proprietario. Il tempio era stato individuato già negli anni ’60 e scavato ancora negli anni ’90 – spiega l’archeologo – ma i reperti piu’ interessanti e lo studio sistematico di questi sono cronaca dei nostri giorni, con la campagna di scavi avviata nel 2014.

Un ritrovamento, sottolinea ancora Osanna, che fa di Pompei “il luogo che ha restituito il maggior numero di iscrizioni etrusche fuori dall’Etruria“. Molte di queste coppe recano graffiti con frasi rituali accompagnate dal nome di chi ha fatto l’offerta, e si tratta sempre di nomi etruschi, alcuni dei quali mai ritrovati prima in territorio campano, ma ben conosciuti nei centri etruschi del centro Italia. Anche la divinità onorata, su questi oggetti indicata sempre con il generico “Apa” (“padre” in etrusco), sembra rimandare alla cultura religiosa etrusca.

Un’evidenza che si ripete, fa notare l’archeologo, “per il santuario di Apollo, la principale area sacra pompeiana, prossima alla piazza pubblica” dove gli scavi storici e quelli più recenti hanno restituito coppe con iscrizioni “ancora una volta in alfabeto e lingua etrusca”. L’architettura anche del centro urbano invece è diversa, come dimostrano gli scavi recenti nel santuario di Apollo e nel Foro Triangolare. In qualche modo lontana da quella etrusca come del resto da quella greca. “A ben vedere si tratta di uno stile in generale assente nel pur ricco panorama di centri campani“, fa notare Osanna.

Cinque secoli dopo la battaglia che aveva svuotato Pompei, arrivò poi il Vesuvio a distruggere quella che era ormai diventata una colonia romana.

Condividi