SARS-CoV-2, Aifa conferma la bocciatura dell’idrossiclorochina: “Non ha efficacia”

"Gli studi clinici randomizzati sembrano unanimamente dimostrare l'assenza di qualsiasi beneficio clinico legato all'uso di idrossiclorochina" su pazienti Covid in ospedale
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L’idrossiclorochina è un antimalarico che aveva suscitato molte speranze per la cura del Covid-19, la malattia provocata da SARS-CoV-2. Ma l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ribadisce la bocciatura del farmaco sia per i pazienti Covid ricoverati in ospedale che per quelli curati a casa. “Alla luce delle evidenze che si sono accumulate e che dimostrano la completa mancanza di efficacia a fronte di un aumento di eventi avversi, seppur non gravi, Aifa non raccomanda l’utilizzo dell’idrossiclorochina nei pazienti Covid“, si legge nell’aggiornamento della scheda sull’utilizzo di questo farmaco, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che lo scorso 11 dicembre, ne ha autorizzato la somministrazione da parte dei medici ma con uso off label e senza rimborsabilita’.

Gia’ in passato, sulla base dei risultati di diversi studi, Aifa aveva sottolineato la non utilita’, per pazienti con infezione da SARS-CoV-2, di questo farmaco approvato in Italia per la terapia di alcune malattie reumatiche. L’Aifa pero’ conferma il suo no. “Nel loro complesso – scrive – gli studi clinici randomizzati sembrano unanimamente dimostrare l’assenza di qualsiasi beneficio clinico legato all’uso di idrossiclorochina” su pazienti Covid in ospedale e lo stesso vale per gli studi che ne hanno esaminato la capacita’ di prevenire l’infezione. Aifa inoltre “non ritiene utile ne’ opportuno autorizzare nuovi studi clinici nei pazienti ricoverati”. Quanto all’uso in pazienti con infezione da SARS-CoV-2 gestiti a domicilio, con malattia non grave o in fase inziale, ci sono “evidenze piu’ limitate che dimostrano la mancanza di efficacia a fronte di un aumento degli eventi avversi, seppur non gravi, pertanto Aifa non raccomanda l’utilizzo dell’idrossoclorochina. Una eventuale prescrizione nei singoli casi si configurerebbe quindi come uso off label”. In questo caso pero’ studi clinici randomizzati sono ancora possibili, “al fine di rendere conclusive le conoscenze disponibili”.

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