Esperti della Rutgers University hanno condotto delle simulazioni al computer per calcolare la probabilità di evoluzione di forme di vita su Marte, scoprendo che il Pianeta Rosso potrebbe aver ospitato la vita diversi km al di sotto della superficie: l’ipotesi è che il calore geotermico abbia potuto sciogliere le spesse lastre di ghiaccio e consentire agli organismi unicellulari di sopravvivere e prosperare.
I risultati dello studio sono stati pubblicati su Science Advances.
“I nostri risultati suggeriscono che se si rilasciassero dei gas serra, come l’anidride carbonica, in atmosfera marziana, ciò potrebbe non essere sufficiente per ottenere un ambiente caldo e umido in grado di sostenere la vita,” ha spiegato Lujendra Ojha, della Rutgers University. “L’analisi di vari set di dati ha mostrato che le condizioni necessarie per la fusione del sottosuolo marziano quattro miliardi di anni fa erano molto diffuse e inoltre il clima del pianeta, privo di un campo magnetico e di un’atmosfera massiccia, potrebbero essere compatibili con la presenta di acqua a grandi profondità. A diversi chilometri dalla superficie, la vita avrebbe potuto essere sostenuta dall’attività idrotermale e dalle reazioni acqua-roccia“.