Il terremoto di magnitudo 4.4 che alle 21:27 di ieri si è verificato lungo la costa ragusana appena al largo di Scoglitti ha scatenato paure e fake news. Come quella che vede l’Etna, in eruzione in questi ultimi giorni, responsabile del sisma. In tanti evocano quanto successo il 24 dicembre del 2018, quando un’eruzione dell’Etna ha innescato un’attività sismica che ha provocato danni nei comuni vicini. Ma si tratta solo di fake news, perché le due eruzioni non hanno nulla in comune tra di loro e il terremoto di ieri non è stato provocato dal vulcano.
A smentire una volta per tutte queste notizie sbagliate ci prova Boris Behncke, vulcanologo dell’INGV-Osservatorio Etneo di Catania: “Il terremoto di ieri sera NON c’entra nulla con l’attività dell’Etna in questo periodo. E’ stato un tipico terremoto ibleo, profondo (e per questo sentito anche a distanze più grandi), molto simile ad un altro terremoto nel ragusano, che è avvenuto l’8 febbraio 2016, e che era pure di magnitudo 4.6. Allora non eravamo tutti fissati su terremoti e catastrofi a Natale, e quell’evento è caduto nel dimenticatoio. Quello di ieri è stato dello stesso tipo, ubicato un po’ più a sud.
Un terremoto come quello di ieri non è un avviso che ce ne sarà un altro, può o può non avvenire un altro (o più) terremoto dopo poco o dopo molto; insomma, non c’è alcun modo di dire cosa succederà. Quello che sappiamo e dobbiamo ricordare sempre è che siamo in una regione molto sismica, e che dobbiamo impegnarci per rendere le nostre case sicure. Ora ci sono degli incentivi come il sismabonus (aka sismobonus), che faciliterebbero i lavori di messa in sicurezza anche di edifici costruiti senza criteri antisismici.
Ancora una volta: l’Etna non c’entra. L’Etna è in una fase di eruzioni sommitali (per la precisione, da fine maggio 2019, con intervalli più intensi e più calmi). Quando l’attività sommitale è intensa, come in questi ultimi 10 giorni, normalmente l’attività sismica nei fianchi dell’Etna è molto ridotta, mentre aumenta quando l’attività sommitale diminuisce, perché il magma che si accumula nei condotti mette i fianchi sotto pressione. Come risposta cominciano a “scricchiolare”. Tutto ciò però non ha niente a che fare con terremoti che nascono quando “scassau a muntagna”, cioè quando il magma spinge nel fianco e provoca un’eruzione laterale, come il 24 dicembre 2018.
E così arriviamo all’ultimo punto: non perché due anni fa sono successi tutti quei casini a Natale, succederà ugualmente anche quest’anno. La natura se ne frega altamente della dimensione umana e di unità di misura create da umani come ore, giorni, settimane, mesi, anni, date di qualsiasi tipo ed altri tipi di misura. Tenete ben presente che la dinamica eruttiva e sismica dell’Etna ora è completamente diversa da quella di dicembre 2018: quella di Natale fu un’eruzione laterale, il magma ha spinto nel fianco sud-orientale, rompendolo e mettendo quasi tutti i settori della montagna in moto, attivando le faglie che vi si trovano. L’attività in corso adesso è invece sommitale, e come già detto, quella non provoca movimento di fianco e quindi non provoca terremoti.
Tuttavia, l’Etna è un vulcano attivo, fra i più attivi al mondo, e ovviamente può causare problemi (quando apre bocche a quote basse) e certamente lo farà. Lo stesso vale per i terremoti: la Sicilia è altamente sismica, lo sappiamo da sempre e niente cambia con eruzioni dell’Etna o terremoti come quello di ieri sera. Il rischio sismico c’è in qualsiasi istante, e quello lo dobbiamo affrontare vivendo e lavorando in edifici sicuri.
Molto probabilmente l’Etna nei prossimi tempi continuerà a fare questi episodi parossistici come gli ultimi tre, e come centinaia di eventi di questo tipo negli ultimi decenni. Poi farà anche la prossima eruzione laterale, ma come, dove e quando precisamente lo sapremo solo poco prima”, conclude Boris Behncke.