Archeoclub: un modello innovativo per il restauro della Cappella Scrovegni di Padova

"Per il restauro della Cappella è stato usato un approccio innovativo con un metodo di programmazione ed esecuzione delle indagini scientifiche, ad ampio raggio ma strettamente mirate"
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“Archeoclub d’Italia cresce ed inaugura sedi nuove. Aperte le sedi ora anche a Matera, in Basilicata, Ercolano e Castelvolturno in Campania. Passiamo dalle 140 alle attuali 143 sedi in Italia ed aumentano i soci”.  Lo ha annunciato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia, inaugurando il “Giubileo di Archeoclub d’Italia”, ciclo di ben 22 WeBinar con il quale iniziano gli eventi programmati per i 50 anni dalla nascita di Archeoclub.

Dunque oggi, in diretta ci sarà Noto Antica con il rinvenimento di reperti importanti.

“Oggi, Sabato 16 Gennaio, alle ore 18, in diretta social sulla pagina Facebook di Archeoclub d’Italia, evidenzieremo le tecnologie messe in campo, i progetti, i reperti rinvenuti, le prospettive di valorizzazione e promozione del territorio di Noto antica. Anche quest’anno, dunque, l’Archeoclub d’Italia sede di Noto celebrerà l’evento “Noto, 11 gennaio 1693: nella ferita la cura” giunto all’VIII edizione. Per anni la data dell’11 gennaio era stata dimenticata, forse per motivi scaramantici o forse solo per semplice noncuranza. La sede netina dell’Archeoclub ha voluto ricordare questo tragico evento sismico – ha dichiarato Laura Falesi, archeologa e Presidente della sede netina di Archeoclub d’Italia –  che distrusse Noto Antica e numerose città siciliane del Val di Noto per la grande capacità di resilienza che dimostrò la popolazione colpita dal terremoto, che già negli anni trenta del ‘600 era stata decimata dalla peste, la stessa che colpì la Milano dei Promessi Sposi. Il risultato di quel buio sessantennio è stato il rifiorire del “giardino di pietra” (Cesare Brandi), una Noto rinnovata che con il suo inserimento nella World Heritage List dell’UNESCO del 2002 ha ritrovato un nuovo rilancio turistico e culturale. Ma l’ondata di riconoscimenti alla città non ha mai spento la forte tensione di noi cittadini e nello specifico della nostra associazione di andare a scavare nel passato e trovare sempre nuovi stimoli di riflessione per il futuro. Ecco che ogni anno partendo dalla memoria dell’11 gennaio 1693, l’Archeoclub di Noto cerca di approfondire alcuni aspetti della città di Noto Antica, estendendo la ricerca al vasto territorio e oltre, al Val di Noto. Sabato 16 gennaio alle ore 18.00, in diretta sulla pagina Facebook avremo importanti archeologi che descriveranno gli studi, le tecniche, i reperti.   “I Siculi a Noto Antica”, questo è il titolo della conferenza online per la VIII edizione di “Nella Ferita la Cura – 11 gennaio 1693”, evento ideato ed organizzato dalla sezione netina di Archeoclub d’Italia,   si inserisce come fuori programma nel calendario nazionale dell’Archeoclub d’Italia del Primo Ciclo di Webinar “I Venerdì dell’Archeoclub d’Italia”. Domenica 17 Gennaio alle ore 10 e 30, questa volta con diretta sulla pagina Facebook del Comune di Noto, avremo la grande opportunità di partecipare ad una bellissima passeggiata virtuale nella Noto Antica”.

E ieri invece il primo WeBinar che ha inaugurato il ciclo di eventi per il Cinquantesimo della nascita di Archeoclub d’Italia.

La video – conferenza di ieri era sul Restauro.

Stefania Randazzo e Valentina Piovan  impegnate attualmente nel restauro del ciclo di Vittore Carpaccio della Scuola Dalmata a Venezia e del telero de La cena di San Gregorio Magno di Paolo Veronese del Santuario di Monte Berico di Vicenza, hanno illustrato il restauro della Cappella Scrovegni di Padova.

Ecco il modello di restauro della Cappella Scrovegni di Padova.

“Per il restauro della Cappella – ha affermato Stefania Randazzo, Assistente storico dell’Arte presso il cantiere di restauro della Cappella Scrovegni di Padova –  è stato usato un approccio innovativo con un metodo di programmazione ed esecuzione delle indagini scientifiche, ad ampio raggio ma strettamente mirate. Inoltre sono stati messi in opera i provvedimenti, dai più elementari fino ai più complessi ma passando dall’uno all’altro soltanto dopo essere stata verificata la bontà dei risultati ottenuti. Sono stati effettuati anche interventi di miglioramento ambientale più facilmente attuabili come la messa in opera di controvetrate schermanti, sostituzione delle lampade ad incandescenza, risanamento dell’edificio e infine la messa in opera del Corpo tecnologico attrezzato. Solo dopo la verifica dei risultati è iniziata l’esecuzione di operazioni conservative e di restauro sui dipinti murali della Cappella, al fine di interrompere il processo di deterioramento che consiste nella trasformazione dell’intonaco dipinto in gesso con conseguente polverizzazione del colore, e quindi con la perdita degli affreschi. Nel cantiere hanno lavorato, secondo una media giornaliera, circa 40 addetti tra restauratori e allievi della scuola di restauro dell’ICR, affiancati, per gli interventi di massima urgenza, dai più famosi restauratori di opere d’arte. Diversi gli enti e le istituzioni nazionali ed internazionali: la Scuola Normale Superiore di Pisa, il CNR di Roma, Università di Padova, Ravenna, Sassari, Lecce, Roma, Venezia, hanno dato il loro contributo scientifico e i laboratori ICR scientifici, tecnologici e di documentazione digitale hanno supportato il cantiere. Il restauro è stato seguito e discusso da un Comitato internazionale di esperti nel restauro di dipinti murali, mentre la Commissione interdisciplinare per la conservazione ed il restauro della Cappella composta da ICR, Comune di Padova, Soprintendenza ed esperti universitari.  Grazie al Progetto “Aperto per restauro” è stata data la possibilità di visitare il cantiere di restauro e vivere l’esperienza della fruizione dell’opera con un punto di vista nuovo e privilegiato, dai ponteggi. Inoltre è stato stipulato il protocollo d’intesa tra Ministero dei Beni Culturali, ISCR e Comune di Padova  per la manutenzione ordinaria annuale con la verifica e il controllo sullo stato di conservazione dei dipinti murali della Cappella Scrovegni. Ben 20.000 persone hanno avuto la fortuna di recarsi “a tu per tu con Giotto” a restauro in corso”.

Il WeBinar di ieri è stato ideato e organizzato da Archeoclub d’Italia sezione Cefalù.

“L’Italia è un Paese ricco di siti, monumenti, opere d’arte. Durante la diretta in corso stiamo conoscendo la metodologia e l’intervento di restauro attraverso l’esperienza professionale delle relatrici e dunque di Stefania Randazzo – ha dichiarato Fortunata Flora Rizzo Presidente della sede locale di ArcheoClub Cefalù e componente del Comitato Nazionale dell’Archeoclub d’Italia – specializzata in Storia dell’arte presso l’Università degli studi di Firenze e Valentina Piovan , restauratrice specializzata ICR”.

Il “Giubileo di Archeoclub d’Italia” sarà tutti i Venerdì in diretta alle ore 18 sulla pagina Archeoclub d’Italia Onlus | Facebook – oggi toccherà a Noto Antica.

E domani, Domenica 17 gennaio alle ore 10,30 l’Archeoclub d’Italia sezione di Noto terrà una passeggiata drammatizzata virtuale trasmessa sulla pagina Facebook del Comune di Noto presso la necropoli dell’età del Ferro di Noto Antica.

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