Non si sa ancora se sia un conseguenza o casualità, ma dopo la circolare con la quale, venerdì sera, il ministero della Salute ha riconosciuto i tamponi rapidi, la curva del contagio da Covid-19 nel Veneto ha iniziata a scendere quasi vertiginosamente. Per il secondo giorno consecutivo la regione che è stata la più colpita dalla seconda ondata della pandemia ha avuto la metà dei casi. I ricoveri in terapia intensiva sono diminuiti scendendo a 367 (-27), “per un totale di 97 letti liberi sui 700 attivati“, spiega il governatore Luca Zaia, che precisa pure come gli ultimi 139 decessi rilevati non siano riferiti solo a ieri ma anche al weekend appena trascorso.
Tutto ruota intorno ai test rapidi, che creano polemica, confusione e scompiglio. Il computo dei test antigenici rapidi non sarà immediato e comunque, spiega il Ministero della Salute, “saranno rendicontati a parte”. Ma non basta: è arrivata la seconda diffida legale inviata alle dodici aziende sanitarie dall’Anaao Assomed, sigla dei medici ospedalieri, a non continuare a testare gli operatori sanitari con i test rapidi. Il sindacato pretende l’utilizzo dei tamponi molecolari. “La Regione ha travisato la circolare del ministero della Salute — scrive il segretario regionale Adriano Benazzato —: i gold standard sono i tamponi molecolari. Solo in determinate condizioni si possono usare i rapidi, ma di terza generazione“.
Ma Zaia resta fermo sulle sue decisioni: “Nelle altre regioni la curva del contagio cresce, la situazione si sta inasprendo, noi invece abbiamo scollinato, dopo il picco dei 401 ricoveri in terapia intensiva registrato il 31 dicembre. Può essere che i contagi calino dopo un’ondata importante della pandemia non affrontata dal resto d’Italia, comunque non dobbiamo abbassare la guardia, può sempre esserci una repentina inversione di tendenza che riporti la curva verso l’alto, come è accaduto in altre regioni. Per ora il Veneto è al sesto posto per indice di ospedalizzazione, registra parametri più bassi rispetto a territori reduci da restrizioni qui mai attuate”.
“In Veneto i tamponi rapidi sono stati sempre usati per lo screening, quelli molecolari per la diagnosi, seguendo pedissequamente le circolari ministeriali”, ha dichiarato il direttore generale della Sanita’ del Veneto, Luciano Flor, interpellato dai giornalisti sulle polemiche legate all’utilizzo dei test in regione. Flor ha quindi ricordato di “aver chiesto la scorsa settimana alle aziende sanitarie di dire il numero massimo di tamponi molecolari che sono in grado di fare e di repertare il giorno dopo. Non cinque giorni dopo. E sappiamo – ha puntualizzato – di poter fare 19-21 mila test di questo tipo”.
“Sembra – ha aggiunto Flor – che ci sia una Regione che fa solo tamponi rapidi, ma questi non sono in sostituzione, bensi’ in aggiunta e integrazione a quelli molecolari. L’alternativa ai test rapidi esiste, ed e’ il nulla. Siamo al massimo della produzione di tamponi molecolari, siamo stati e siamo la regione con piu’ molecolari in assoluto, la prima ad aver introdotto in screening i tamponi rapidi. E seguiremo pedissequamente – ha ribadito – quel che dice la circolare ministeriale, non le opinioni di qualcuno, ma le autorita’ preposte al governo della Sanita’ italiana”.