Le mascherine ‘Miranda’ destinate alla scuola e lo spreco di denaro pubblico: “Sembrano assorbenti, non le vuole nessuno” [FOTO]

Gli alunni non riescono ad indossarle, gli insegnanti arrivano a distribuirle a pacchi per liberarsene: le mascherine Miranda ci costano tanto e sono inadeguate
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Le mascherine sono ormai indispensabili. Soprattutto in ambiente lavorativo e scolastico, indossarle è un obbligo imprescindibile. Quelle usa e getta andrebbero cambiate con frequenza, anche più volte al giorno se tenute per tante ore. Non tutti, però, possono permettersele, e questo è un dato di fatto. Per questo motivo nelle scuole italiane, per decisione del commissario straordinario Domenico Arcuri, vengono distribuite mascherine gratuitamente ogni giorno. O meglio, le scuole ricevono tante mascherine tante quante ne servono per coprire il fabbisogno della popolazione scolastica. Peccato solo che si tratti di dispositivi che, a gran voce da più parti d’Italia vengono considerati non congrui all’utilizzo per cui sono destinati. E risulta piuttosto evidente anche guardando le foto della gallery scorrevole in alto, a corredo dell’articolo.

L’argomento è ormai da tempo, sui social, oggetto di attacchi e critiche fondati. A parlarne in un post diventato virale è stato anche Alex Corlazzoli, il ‘maestro d’Italia’, che ha sottolineato come lo spreco di denaro pubblico sia palese in tema delle cosiddette mascherine Miranda. “Eccole! Son le famose mascherine “Mutanda” così le chiamano i bambini – scrive Corlazzoli -. Da quando arrivano queste più nessuno le mette. Su una classe di 22 bambini stamattina solo 2 la indossano ma modificata: le mamme mettono gli elastici in modo che possano metterli sulle orecchie. Gli altri? Le comprano. Perché? Perché son strette. Perché non riescono a respirare. Perché le femmine coi capelli lunghi non riescono ad indossarle. Perché per qualcuno puzzano! E così ogni giorno migliaia (non so quanti perché l’ufficio di Arcuri non mi ha dato il dato) di euro vengono buttati! Certo ciascuno fa la sua parte: i presidi le fanno arrivare nei plessi e sono in regola. Gli insegnanti le distribuiscono e sono in regola! I genitori che possono permettessero le comprano e i bambini sono in regola! Ma possibile che nessuno va oltre il suo naso chiedendosi: perché stiamo buttando soldi? Se non ci servono scriviamo ad Arcuri: noi non le vogliamo!”.

Chiaro e conciso il pensiero di Alez Corlazzoli, appoggiato da più parti, come si legge sia nei commenti sia nelle centinaia di condivisioni. Tra tutti spiccano commenti di genitori e altri utenti che scrivono: “Puzzano di petrolio“, o ancora: “Sembrano assorbenti”, oppure: “Con quelli elastici è impossibile metterle”. E così ogni giorno se ne buttano migliaia e migliaia. Alcune scuole, come apprende la nostra redazione, le hanno regalate a pacchi interi ai bambini, perché il consumo giornaliero che se non dovrebbe fare non esiste. Lo spreco è evidente. L’inadeguatezza delle mascherine anche. Perché, dunque, spendere denaro inutilmente in un momento come questo in cui la pandemia richiede una razionalizzazione delle risorse quanto mai precisa e certosina?

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