In tempi in cui le partite di calcio sono divenute sostanzialmente virtuali, senza pubblico, fredde ci è parso d’uopo ricordare lo storico incontro Milan-Como disputato esattamente 36 anni fa sul campo di San Siro. Partita freddissima quella, ma per tutt’altre ragioni, ossia il gelo e una imponente nevicata. Naturalmente correva il 13 gennaio dello storico 1985, nel corso di quello che si rivelerà, poi, l’inverno più freddo degli ultimi 50 anni. In quella domenica di quasi metà mese, le condizioni bariche sull’Europa, sul Mediterraneo centrale e sull’Italia, si presentavano dichiaratamente invernali, per l’arrivo dall’Est Europa di un nocciolo di aria freddissima, peraltro l’ennesimo da inizio mese. In quella fase, il nocciolo freddo si orientava con asse verso l’Europa centrale e il Nord Italia, innescando una bassa pressione al suolo, come visibile dalle mappe in movimento, in azione tra il Golfo del Leone, le Baleari e poi in risalita verso il Golfo Ligure. Una configurazione barica tra le più fredde e nevose per il Nord Italia e, soprattutto, insistente per molte ore. La nevicata iniziò proprio nel pomeriggio di domenica 13 gennaio 1985, ma continuò per altre 48 ore successive, accumulando al suolo ben 80 cm sul capoluogo lombardo. Una fase di maltempo rara, da annali, ancora più memorizzata dall’affascinante risvolto della partita di campionato di seria A, Milan-Como.
Il Milan ospitava in casa la squadra lariana, per quello che doveva essere un match a deciso vantaggio dei rossoneri che occupavano la sezione medio-alta della classifica, in quinta posizione, ma a una manciata di punti, appena 3, dalla seconda, il Torino. Il Como, il famoso Como 1907, 11 punti in meno dell’Milan, si posizionava nella sezione medio-bassa della classifica. In vetta, il Verona, in quello che poi sarebbe diventato un anno storico per la quadra veneta, con la conquista dello scudetto. Ma, rilevavamo, un contesto meteo freddissimo, con -12°C al fischio d’inizio e con una nevicata che accompagnava tutto il match, infittendosi progressivamente durante il secondo tempo, con terreno ghiacciato e condizioni di campo e gioco estreme. Si pensi che per ammorbidire l’aria, si schieravano stufe a gas nel campo. Sin dalla battute iniziali del match, si intuiva che il Como aveva qualcosa in più: gli azzurri correvano il doppio del Milan, fraseggiavano a centrocampo ed arrivavano facilmente al tiro, mentre i rossoneri erano fermi e giungevano sempre secondi sul pallone, oltre a scivolare paurosamente su un campo che col passare del tempo si faceva sempre più impraticabile perchè la temperatura era bassissima e il ghiaccio rendeva l’erba insidiosissima. Nessuno fra i milanisti stava in piedi, al contrario di un Como che giocava come se fosse stata primavera inoltrata; al 26?, poi, una conclusione spettacolare al volo di Matteoli dal limite dell’area di rigore si insaccava a fil di palo portando meritatamente in vantaggio gli uomini di Bianchi e, poco prima della fine della prima frazione di gioco, arrivava anche il secondo gol del Como a opera del difensore Pasquale Bruno. Un perentorio 1-2 che sfiniva i rossoneri con un secondo tempo in cui il Como conteneva, ma in realtà c’era poco da contenere di un Milan inoffensivo. Ma la chicca veniva a fine gara, quando in tanti si insospettivano perché mai i giocatori del Milan scivolassero in maniera così facile, mentre quelli del Como quasi per nulla. L’ipotesi che aleggiava tra taluni maliziosi, era che i giocatori del Como avessero dei tacchetti speciali, che li consentivano una presa certamente più stabile e magari anche fuori norma. Una ipotesi destinata a rimanere un sospetto e forse anche una leggenda tra gli storici tifosi soprattutto lariani. A corredo, le mappe di quell’evento freddo e il video della storica partita.