Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha fatto il punto sul dopo festività e sulle misure che verranno imposte per contenere i contagi: “Sarà ancora l’Italia che protegge la salute, quella del rigore e della serietà. La situazione è in rapida evoluzione e la terza ondata in Europa c’è già. L’Italia ha retto bene in un contesto internazionale difficilissimo e abbiamo riportato tutte le reti sanitarie regionali in sicurezza“.
In un colloquio con il Messaggero, Boccia ha precisato che le misure per Veneto, Liguria, Calabria, Lombardia, Puglia e in altre Regioni “scattano sulla base dell’andamento dei contagi. Nella terza ondata a doverci preoccupare non è solo il dato dei contagi, ma la rapidità della loro ripresa. Le diverse varianti a partire da quella inglese impongono una modifica dei tempi di reazione. Bastano pochi giorni per far saltare un equilibrio delicatissimo. Alcune zone del Paese devono prepararsi a conservare i limiti alla circolazione, è un fatto inevitabile per quanto sgradito a tutti, a cominciare dal governo. Ma siamo sul rettilineo finale e mentre facciamo i vaccini dobbiamo tenere al riparo i più fragili e le reti sanitarie“.
“Limitare gli spostamenti – ha proseguito Boccia – sarà ancora necessario così come mantenere le restrizioni nei giorni festivi, ma le misure territoriali hanno funzionato e continueranno a caratterizzare anche i prossimi provvedimenti. Le restrizioni nelle festività di Natale hanno evitato l’esplosione dei contagi nella fase più difficile dell’anno. Le festività di dicembre erano molto più rischiose di Ferragosto. Gli scienziati e i tecnici del governo stanno facendo un lavoro prezioso e c’è unità politica tra Stato e Regioni nel difendere le ragioni del rigore. Le normative di orario”, le chiusure alle 18 di bar e ristoranti, “sono misure sofferte, ma essenziali per la sicurezza sanitaria del Paese. È così in tutta Europa. E anche la regolazione degli orari ha evitato migliaia di morti, diciamo le cose come stanno. Sappiamo che verso le categorie più penalizzate c’è un debito di riconoscenza del Paese e l’impegno del governo a stanziare ulteriori e immediate risorse. Sarà così anche a gennaio“.
Sulla riapertura delle scuole, ha affermato il ministro, “il governo ha tracciato una strada, con la possibile ripresa il 7 gennaio in base alla condizione epidemiologica. Non è una scelta ideologica, ma un obiettivo. E ‘evidente che lo stesso presidente del Consiglio segue con grande attenzione l’evoluzione dei contagi e le possibili difficoltà e che tutte le obiezioni delle Regioni sono prese in grande considerazione. Voglio ribadire che è la natura dell’epidemia che ci costringe spesso a prendere decisioni con un preavviso di poche ore e non la disorganizzazione. Se così fosse sarebbe disorganizzati in mezzo mondo. In Gran Bretagna e Germania hanno richiuso le scuole con un preavviso di 24 ore. Le Regioni hanno avuto a settembre fondi supplementari per incrementare il trasporto pubblico locale che, come la Sanità, è materia delegata agli enti territoriali per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi. Siamo convinti che hanno approntato i piani“.