“Ora mettiamoci al lavoro“, ha scritto il Presidente americano Joe Biden in un tweet, ricordando che oggi gli Stati Uniti sono tornati ufficialmente nell’Accordo di Parigi.
Gli Stati Uniti, dunque, rientrano ufficialmente negli Accordi di Parigi. Lo annuncia il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che su Twitter afferma; “E’ un buon giorno per la nostra lotta contro la crisi climatica, poiche’ gli Stati Uniti sono ancora una volta parte dell’accordo di Parigi. Il lavoro per ridurre le nostre emissioni e’ gia’ iniziato e non perderemo tempo a coinvolgere i nostri partner in tutto il mondo per costruire la nostra resilienza globale“.
“Il cambiamento climatico e la diplomazia scientifica non potranno mai più essere ‘temi aggiuntivi’ nelle nostre discussioni di politica estera. Affrontare le minacce reali del cambiamento climatico e ascoltare i nostri scienziati è al centro delle nostre priorità di politica interna ed estera. È vitale nelle nostre discussioni sulla sicurezza nazionale, la migrazione, gli sforzi per la salute internazionale e nella nostra diplomazia economica e nei colloqui commerciali“, ha sottolineato Blinken, aggiungendo: “Ora, la nostra adesione all’Accordo nel 2016 è stata importante – e altrettanto importante lo è oggi il nostro ritorno – ma quello che faremo nelle prossime settimane, mesi e anni è ancora più importante. Ci avete visto e continuerete a vederci intrecciare il cambiamento climatico nelle nostre più importanti conversazioni bilaterali e multilaterali a tutti i livelli. In queste conversazioni, chiediamo ad altri leader: come possiamo fare di più, insieme?“.
“Il 20 gennaio, nel suo primo giorno in carica, il presidente Biden ha firmato lo strumento per riportare gli Stati Uniti nell’accordo di Parigi. Secondo i termini dell’accordo, oggi gli Stati Uniti tornano ufficialmente a essere una parte”, ha ricordato Blinken. L’accordo di Parigi, ha sottolineato, “è un quadro senza precedenti per l’azione globale. Lo sappiamo perché abbiamo contribuito a progettarlo e renderlo realtà. Il suo scopo è allo stesso tempo semplice ed espansivo: aiutare tutti noi a evitare il catastrofico riscaldamento planetario e costruire la resilienza in tutto il mondo agli impatti dei cambiamenti climatici che già vediamo”. Inoltre, ha dichiarato Blinken, “ci stiamo impegnando nuovamente con il mondo su tutti i fronti, compreso il vertice sul clima del 22 aprile. Inoltre, non vediamo l’ora di lavorare con Regno Unito e altre nazioni nel mondo per rendere la Cop26 un successo”.
L’inviato speciale americano, John Kerry, ha avvertito che la conferenza di Glasgow COP26 del prossimo novembre e’ “l’ultima speranza” per portare tutti i Paesi sulla giusta traiettoria. “Se Usa, Cina, India, Giappone, l’Ue e la Russia non riescono a ridurre sufficientemente le emissioni non avremo piu’ la possibilita’ di mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi rispetto ai livelli pre industriali”, ha avvertito l’ex segretario di Stato Usa, per il quale questo e’ il “decennio decisivo”.
“Oggi e’ ufficiale, gli Usa sono di nuovo parte dell’accordo di Parigi sul clima. Sono orgoglioso ma questo porta su di noi una responsabilita’ speciale. Torniamo con umilta’ e ambizione: umilta’ perche’ abbiamo perso quattro anni con gli Usa assenti dal tavolo, ma ambizione sapendo che l’accordo di Parigi da solo non puo’ fare quello che gli scienziati dicono che dobbiamo fare tutti insieme. Alla Cop26 tutti i paesi devono aumentare l’ambizione insieme, o falliremo tutti insieme, ma questa non e’ un’opzione, ecco perche’ aumentare l’ambizione e’ cosi’ di vitale importanza”, ha detto Kerry, celebrando virtualmente con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres il ritorno ufficiale di Washington nell’intesa. “Dobbiamo smettere di chiamarlo cambiamento climatico, oggi e’ la crisi climatica”, ha precisato.
“Sono sicura che un impegno transatlantico condiviso su un percorso verso emissioni zero entro il 2050 farebbe della neutralità climatica un nuovo benchmark globale”, ha dichiarato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, durante la Munich Security Conference, che quest’anno si svolge on line. “Più di un anno fa – continua – l’Europa ha detto che intende diventare il primo continente neutrale a livello climatico entro il 2050. E con il Green Deal, vogliamo ridurre le emissioni di gas serra del 55% già entro il 2030″, rispetto ai livelli del 1990. Ma per combattere con successo il cambiamento climatico abbiamo bisogno che altri abbiano uguali ambizioni”. “E altri lo fanno: dalla Corea del Sud al Giappone, dal Sudafrica alla Cina. E siamo davvero felici che il presidente Joe Biden abbia riaderito all’accordo di Parigi sul clima nel primo giorno del suo mandato. Perché gli Usa sono il nostro partner naturale nella leadership globale nella lotta al cambiamento climatico“, conclude la presidente.