In India, nel nord dell’Uttarakhand, si è sviluppato un disastro quando un ghiacciaio è crollato provocando l’esondazione di due fiumi, l’Alaknanda e il Dhauliganga, domenica 7 febbraio. A causa di questo disastro sono almeno 32 i morti e 170 i dispersi, ma la speranza di trovare altri sopravvissuti si affievolisce giorno dopo giorno.
È in corso una complessa operazione per salvare la vita di 30 uomini rimasti bloccati in un tunnel. Nella valle dello Stato di Uttarakhand, i soccorritori sono impegnati giorno e notte per spalare tonnellate di magma di rocce, fango e neve che bloccano il tunnel di una centrale idroelettrica devastata. Una trivellazione e’ stata effettuata a partire da una delle gallerie adiacenti con la speranza di riuscire a raggiungere una trentina di uomini intrappolati. A complicare l’intervento, che procede a rilento, e’ la grande quantita’ di rifiuti da asportare e l’esiguita’ della galleria in questione. “I tunnel sono comunicanti al di la’ delle macerie e del fango. Speriamo che gli operai bloccati si trovino in un tunnel adiacente che siamo in grado di raggiungere”, ha detto al Times of India Vivek Pandy, uno dei soccorritori.
Ore drammatiche per i famigliari delle vittime, affranti e speranzosi, ma la rabbia cresce nei confronti delle autorita’ per un’operazione di soccorso considerata da molti come “una farsa”.