Il colossale iceberg A-68A è andato in pezzi: il fatto che si sia frammentato potrebbe implicare il venir meno della minaccia ambientale tanto paventata nelle scorse settimane, cioè la distruzione del delicato ecosistema intorno alla Georgia del Sud. I satelliti avevano già individuato alcuni segnali, cioè la comparsa di diverse grosse crepe.
Nel Luglio 2017 l’iceberg grande due volte il Lussemburgo si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio Larsen C, in Antartide: A68A, trascinato dalla corrente, ha viaggiato per migliaia di km dal suo luogo d’origine, puntando la Georgia del Sud, e minacciando di distruggerne il ricco ecosistema, attraverso lo sfregamento del fondale marino o il rilascio di acqua dolce fredda nell’oceano circostante.
Gli ultimi dati provenienti dalla missione radar Copernicus Sentinel-1 mostrano che l’iceberg ha subito ulteriori danni nel 2021 quando, proprio la scorsa settimana, si è prodotto un nuovo iceberg.
La lastra più piccola, chiamata A-68G dallo US National Ice Center, misura circa 53 km di lunghezza e circa 18 km nel punto più largo. Subito dopo si è generata una grande fessura nel punto in cui si è liberato A-68G, provocando la genesi quasi immediato di altri due iceberg: A-68H (circa 20 km di lunghezza e 9 km di larghezza) e A-68I (circa 30 km di lunghezza e 5 km di larghezza nel punto più largo).
Il principale iceberg A-68A, una volta il più grande del mondo, ora misura solo circa 60 km di lunghezza con una larghezza massima di 22 km. Il gruppo di iceberg sembra allontanarsi dalla Georgia del Sud, con l’A-68H che si muove verso nord, a circa 130 km dall’arcipelago, mentre il principale iceberg dell’A-68A sembra muoversi verso sud e si trova attualmente a circa 225 km dalla Georgia del Sud.