Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) ha monitorato da vicino le polveri provenienti dal Sahara che si sono generate nella parte nord-orientale dell’Algeria e sono state trasportate in gran parte dell’Europa meridionale e centrale tra il 5-7 febbraio. L’evento ha provocato un cambio di colore dei cieli, che sono diventati rossi, e grandi depositi in superficie di polvere, soprattutto nelle aree coperte di neve sui Pirenei e sulle Alpi. CAMS a livello globale e regionale ha previsto questo evento con diversi giorni di anticipo, mostrando valori elevati delle concentrazioni superficiali di PM10 e della profondità ottica dell’aerosol.
Mark Parrington, Senior Scientist presso Copernicus Atmosphere Monitoring Service ha spiegato: “Il maggior volume di polvere si è concentrato nel sud della Francia il 6 febbraio ed è notevole come le previsioni regionali di CAMS a 4 giorni e quelle globali a 5 giorni abbiano mostrato forma e posizione coerenti della nuvola di polvere sull’intero intervallo delle previsioni del giorno precedente”. “Queste nubi di polvere hanno portato con sé valori elevati di concentrazioni di PM10 superficiali e profondità ottica dell’aerosol. Nelle regioni colpite abbiamo assistito ad un significativo calo della qualità dell’aria. Infatti, l’impatto delle nuvole di polvere sahariane sulle città colpite, come, ad esempio Roma o Napoli, è chiaramente visibile sul nostro sito web. Il nostro microsito dedicato al monitoraggio della qualità dell’aria nel contesto della pandemia di COVID-19 può essere utilizzato per osservare l’impatto dell’evento”.
Secondi le rilevazioni Copernicus sono stati registrati dei picchi di concentrazione di PM10 pari a circa 50 microgrammi per metro cubo a Marsiglia e Lione e pari a 60 microgrammi per metro cubo a Barcellona. Sabato scorso nel Sud della Francia il cielo si è colorato di giallo e grandi quantità di polveri si sono depositate a terra.
La sabbia in questione, proveniente dall’Algeria, può aggravare i problemi respiratori degli esseri umani, ha precisato Copernicus, aggiungendo che può anche avere un impatto sui trasporti aerei e ridurre la capacità dei pannelli solari.