In tempi normali, una figura anticiclonica ancora in piena stagione invernale e, per di più, in affermazione dopo una lunga fase instabile e perturbata per l’intera nazione, non potrebbe che essere assolutamente gradita. Sotto l’aspetto paesaggistico, delle giornate in prevalenza più chiare, colorate, lo è senz’altro in ogni tempo, ma in questa fase particolare, peraltro protratta, oramai, da oltre un anno in cui il mondo intero è alle prese con la crisi sanitaria nota, una previsione meteo che annuncia bel tempo anticiclonico, ma con tutti i riflessi tipici di un anticiclone invernale, in particolare sulla nostra area mediterranea, magari risulta un po’ meno apprezzata. E, difatti, proprio durante le fasi anticicloniche, la pressione dell’aria dall’alto verso il basso, favorisce enormemente di più il ristagno nei bassi strati di sostanze inquinanti che non possono far altro che inasprire ancora più le condizioni sanitarie già compromesse dall’azione virale. Per di più, in un contesto come quello nostrano, di territorio immerso in un mare abbastanza chiuso che fornisce molta umidità, questa stessa umidità in presenza di alte pressioni pressanti dall’alto, viene oltremodo schiacciata nei bassi strati condensando in prossimità del suolo o negli ultimi strati atmosferici, per via delle inversioni termiche, e dando luogo a nubi basse, nebbie e foschie le quali costituiscono elementi che, insieme ai particolati, rendono l’atmosfera molto più acida e pericolosa per la salute.
Nel confermare, quindi, previsione meteo all’insegna del bel tempo anticiclonico e stabile per circa 10 giorni prossimi, ossia per tutto febbraio, ci sentiamo anche di evidenziare la possibilità che possa acuirsi la crisi sanitaria nei prossimi giorni, magari con condizionamento maggiore, in termini di aumento di contagi, terapie intensive e ahinoi, verosimilmente anche morti, tra fine mese e la prima parte di marzo, proprio in conseguenza di questa lunga fase anticiclonica. Sarebbe il caso che, in previsione di queste fasi anticicloniche un po’ più strutturate e durature, magari si prendano provvedimenti più restrittivi, in particolare lì dove gli anticicloni schiaccianti hanno un maggior impatto ambientale nei bassi strati, ossia sull’intera Pianura Padana, in alcune valli strette alpine e appenniniche, in corrispondenza delle aree metropolitane centro-meridionali, specie Roma, Firenze, Napoli e su alcuni settori centrali pugliesi.