Tutti i forecasts sul lungo periodo da noi analizzati, soprattutto quelli elaborati dal centro europeo ECMWF, ma anche quelli provenienti da modelli specifici per il sondaggio sul lungo termine, continuano a mostrare previsioni meteo all’insegna di un cambiamento della circolazione, da statica anticiclonica o occidentale perturbata, verso movimenti freddi provenienti dai settori artici euro-asiatici. Sono almeno 10/15 giorni che dalle nostre analisi sulla seconda parte di febbraio riscontriamo una tendenza pressoché unidirezionale, ossia verso blocchi anticicloni oceanici e medio-alti europei e, di converso, verso un’azione retrograda di correnti fredde provenienti dai settori baltici-russi. Tutto questo, nei modelli deterministici, ossia quelli che simulano le manovre circolatorie a scala europea in un margine temporale di circa 10 15 giorni, ancora non si vedono in maniera esplicita. Tuttavia i consueti indici descrittivi la circolazione, naturalmente nella loro proiezioni a lunga gittata, quindi oltre i 15/20 giorni, continuano a essere favorevoli a chiusura della circolazione atlantica attraverso alte pressioni via via emergenti tra Est Oceano e Ovest Europa e con espansioni verso il Nord Europa e a innesco di correnti anti-zonali via via più fredde.
Inizialmente questa rottura era vista a partire da metà febbraio, poi magari vi è stato uno slittamento un po’ più in là della tempistica, tuttavia nella seconda parte di febbraio e verosimilmente con maggiore probabilità dal 22/23 e verso fine mese, le indicazioni continuano a essere nel senso di una circolazione più fredda orientale verso l’Europa centrale e anche il Mediterraneo e l’Italia, con possibile fase invernale e più fredda. Il Vortice Polare, infatti, verrebbe visto sempre molto debole, con un forcing atlantico via via più fiacco e agevolante alte pressioni di blocco. Per di più, negli ultimi giorni va consolidandosi anche un altro tassello che sarebbe oltremodo favorevole a una previsione meteo all’insegna di una circolazione meridiana fredda verso l’Europa centrale e il nostro bacino. Si tratta della Madden Julian Oscillation, ossia della convenzione sull’Oceano Indiano e Pacifico, la quale attraverso le sue fasi andrebbe a influenzare la circolazione anche nord-emisferica incidendo sulla Cella di Hadley e indebolendo o rinforzando anticicloni dinamici anche in sede europea. Più nello specifico, come evincibile anche dal grafico allegato, le proiezioni per il prosieguo di febbraio la vedrebbero in fase 7, anche di buona magnitudo, fase che agevolerebbe azioni artiche verso le medie e basse latitudini europee, anche mediterranee. Per di più, le proiezioni del modello CFS, la vedrebbero addirittura proiettata in fase 8, con ipotesi di apertura artica continentale verso il Centro Sud Europa ancora più franca. Insomma, continuano i presupposti per previsioni meteo sul lungo termine, e più specificamente per l’ultima settimana di febbraio, all’insegna del freddo continentale e del clima invernale in direzione anche dell’Italia. Verosimilmente, la spinta antinazionale potrebbe essere anche di una certa virulenza al punto da portare vortici freddi in isolamento fin sul Mediterraneo occidentale. Vediamo nei prossimi giorni sei modelli deterministici inizieranno a inquadrare queste dinamiche che, oramai, dovrebbero iniziare a comparire nelle code. La redazione di MeteoWeb continuerà a monitorare l’evoluzione del tempo nel lungo periodo, apportando periodici aggiornamenti.