Non c’è tregua e non si arrendono: gli operatori del comparto sciistico fanno fatica a rassegnarsi alla decisione presa ieri dal ministro Speranza che ha deciso di non far ripartire la stagione, causando di fatto danni economici ingenti a tutto il settore. “Siamo arrabbiati, ci stanno trattando a pesci in faccia da mesi. E continuano”, ha dichiarato uno dei diretti interessati, operatore del Terminillo. Bloccare tutto fino al 5 marzo equivale a dare un colpo fatale al settore, soprattutto perché non si tratta di qualcosa di programmato, ma di una decisioni presa a poche ore dalla riapertura che era prevista per oggi.
“Sono dei dilettanti allo sbaraglio, ma hanno mai portato avanti un’azienda? O una famiglia? Prima dovevamo ricominciare il 7 gennaio, poi il 21 e infine il 15. Ora salta tutto. La gente che aveva prenotato ci sta chiamando per sapere cosa succede, anche questa sera sono venute diverse famiglie in segreteria per avere i rimborsi. Non ne possiamo più, è follia”, ha detto Simone Munalli, direttore della Scuola Sci Terminillo. “Abbiamo speso mille euro per fare i tamponi ai maestri sabato, fatto tre assunzioni a tempo indeterminato e ora?”.
Oltre agli operatori, nemmeno i turisti si arrendono e chiedono informazioni continuamente, facendo una telefonata dopo l’altra. Sia a Monte Livata che sul Terminillo c’è tanta, tantissima neve, rispettivamente 1,5 e quasi 3 metri. ” Erano anni – constatano amaramente – che non c’erano delle condizioni così favorevoli per scendere sulle piste” . “Era tutto già preparato, mi dispiace. Penso ai bar e ai ristoranti che avevano già fatto i rifornimenti per tutta la settimana“, racconta Michele Lando di ‘Livata Escursioni‘. Oggi doveva essere un giorno speciale per le scuole di sci, ferme ormai da quasi un anno. Dovevano essere riaperte tre piste (Quadriposto, le Carbonaie e la Cardito Sud), oltre al tappetone. Solo la pista Cinzano sarebbe rimasta chiusa a causa del pericolo valanghe. La ‘ Seggiovia di Monna dell’Orso’, a Monte Livata, avrebbe avuto invece la seggiovia e tutte le piste a disposizione, ovviamente tutto nel pieno rispetto delle normative anti Covid.
Ma lo montagna dovrà aspettare, mentre il settore turistico che vi ruota intorno langue.