L’università del Salento e quella di Bologna hanno avviato nuove ricerche dopo la scoperta di una necropoli a cremazione dell’età del bronzo, sepolta da oltre tremila anni, in un’area della riserva di Torre Guaceto, nel brindisino. In seguito alle prime evidenze archeologiche risalenti al 2019, condotte dal professore dell’università del Salento e responsabile del laboratorio di archeologia di Torre Guaceto, Teodoro Scarano, nei giorni scorsi è stata siglata una convenzione tra il consorzio di Torre Guaceto, la soprintendenza per le provincie di Lecce e Brindisi e il dipartimento di beni culturali dell’università del Salento. E’ stato anche avviato un rapporto di collaborazione scientifica con il dipartimento di Storia culture civiltà dell’università di Bologna. Da qui, l’arrivo nella riserva di Claudio Cavazzuti, ricercatore di Preistoria e Protostoria dell’università di Bologna per uno specifico approfondimento degli studi sulla necropoli che ha visto anche coinvolti alcuni studenti iscritti al primo anno del corso di laurea triennale in Beni culturali dell’università del Salento. “Tutelare e promuovere il nostro patrimonio storico-archeologico è importante tanto quanto proteggere il nostro ecosistema“, dichiara il presidente del consorzio, Corrado Tarantino.
“Non solo ambienti naturali e animali, la riserva è anche un importante sito archeologico e da anni lavoriamo per la ricostruzione della #TorreGuaceto antica – si legge sulla pagina Facebook di Torre Guaceto -. Le evidenze archeologiche documentate a partire dal 2019 ci hanno condotti all’identificazione di una necropoli a cremazione dell’età del Bronzo sepolta da oltre 3mila anni in un’area della riserva. Per scoprirne di più, stiamo continuando a lavorarci con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e il sostegno della Soprintendenza. Negli ultimi giorni sono venuti a collaborare ai nostri studi anche il ricercatore di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, Claudio Cavazzuti, ed alcuni studenti”.