Sono trascorsi 1.800 anni da quando un viandante che stava percorrendo la regione del monte Carmelo, in Israele, perse quella moneta. Quasi due millenni dopo l’oggetto è stato ritrovato da un soldato israeliano nel corso di un’esercitazione. Lo ha annunciato la Israel Antiquities Authority, che ha pubblicato sulla propria pagina Facebook le foto visibili nella gallery scorrevole in alto, a corredo dell’articolo. “Questa moneta – ha spiegato Donald Tzvi Ariel, capo del Dipartimento di numismatica dell’Authority – va ad aggiungersi a solo undici altre monete simili provenienti da ubicazioni note, tutte rinvenute nel nord di Israele da Megiddo, Tzipori, Tiberiade e Arbel”. Immagini e testo del reperto hanno permesso ai ricercatori di identificarne con precisione origine e datazione. Su una faccia si legge “Del popolo di Geva Phillipi” anno civico 217 (158-159 d.C.), con un’immagine del dio siriaco della luna Men. L’altra faccia, invece, riporta il ritratto dell’imperatore romano Antonino Pio.
“Si tratta di una delle monete municipali coniate nella città di Geva Philippi, nota anche come Geva Parashim – assicura Avner Ecker, docente di archeologia classica presso il Dipartimento di Archeologia in Terra d’Israele dell‘Università di Bar-Ilan -. Nel periodo romano, alle città era concesso il diritto di coniare proprie monete. L’anno segnato sulla moneta è l’anno in cui evidentemente venne istituito il consiglio municipale e ai suoi cittadini venne concesso l’autogoverno sotto l’Impero Romano”. L’insediamento di Geva è menzionato dallo storico del I secolo d.C. Giuseppe Flavio, che la localizza ai margini della valle di Jezreel (Esdrelon), non lontano dal Carmelo.