La Terra saluta la sua mini-Luna: relitto spaziale o asteroide? Domani 2020 SO “sfiorerà” il nostro pianeta

Il 2 febbraio, 2020 SO si avvicinerà a 220.000 chilometri e sarà una sorta di ultimo saluto alla Terra: le osservazioni potranno rivelare la sua vera natura
MeteoWeb

Un grande detrito spaziale? Un piccolo asteroide? Non è ancora nota la natura di 2020 SO, la mini-Luna della Terra, ma domani potremo avere una risposta. Il misterioso oggetto, infatti, compirà domani il suo secondo e ultimo passaggio vicino alla Terra, dando agli astronomi la possibilità di osservarlo per poter comprendere di cosa si tratti realmente. Il frammento si avvicinera’ a 220.000 chilometri (per avere un’idea, la Luna dista 384.000km) e sara’ una sorta di ultimo saluto alla Terra, perche’ nel marzo 2021 la gravita’ terrestre lo abbandonera’, lasciandolo allontanare (anche in questo caso sarà possibile eseguire altre osservazioni).

Il misterioso oggetto e’ entrato nell’orbita della Terra l’8 novembre e il primo dicembre si e’ avvicinato alla distanza di soli 50.000 chilometri. Secondo la NASA, e’ un relitto della prima era spaziale, lo stadio superiore del razzo Centaur, usato il 20 settembre 1966 per lanciare la sfortunata sonda Surveyor 2 verso la Luna, esplosa nello spazio poco dopo la partenza.

Non si puo’ avere la certezza al 100% che sia lo stadio del razzo Centaur, in assenza di una immagine ad alta definizione, ma le informazioni disponibili tornano e sarebbe una strana coincidenza se fosse qualcos’altro”, ha detto all’ANSA Luciano Anselmo, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “L’analisi della curva di luce, di quanto luminoso e come varia la luminosita’ nel tempo, a causa della rotazione, permette di risalire – ha spiegato – alla composizione della superficie che e’ compatibile con quella dello stadio di un razzo”. Inoltre, ha aggiunto, “la NASA conosce la traiettoria che avevano questi razzi quando vennero visti per l’ultima volta. Quindi e’ possibile definire che traiettoria dovrebbe aver seguito, tenendo conto delle perturbazioni del Sole e degli altri pianeti”. In questo caso, ha concluso, “entrambi gli elementi sono compatibili con quello che dovrebbe essere lo stadio superiore dei razzi usati dalla Nasa negli anni ’60 per lanciare le sonde verso la Luna e lo spazio interplanetario”.

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