Da una carota di ghiaccio, prelevata nel 1966, dimenticata in un congelatore e studiata solo dal 2017, emergono scoperte che possono aiutare a comprendere gli effetti dei cambiamenti climatici. Sotto i ghiacci della Groenlandia, a oltre un chilometro di profondita’, sono state scoperte piante fossili, comprese di ramoscelli e foglie. I risultati sono pubblicati sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana (Pnas) dai ricercatori dell’Universita’ del Vermont, coordinati da Paul Bierman, della Columbia University di New York, coordinati da Joerg Schaefer e dell’Universita’ di Copenaghen, coordinati da Dorthe Dahl-Jensen.
Lo studio, precisano gli esperti, “prova che la Groenlandia e’ piu’ sensibile ai cambiamenti climatici di quanto si pensasse in precedenza. Quello che abbiamo scoperto con nostra sorpresa – aggiungono gli autori – sono strutture vegetali delicate, perfettamente conservate. Sono fossili, ma sembrano morti ieri. Si tratta di una capsula del tempo della Groenlandia”, chiariscono i ricercatori.
I risultati delle analisi, secondo gli autori, confermano che la calotta glaciale della Groenlandia si e’ sciolta almeno una volta negli ultimi milioni di anni, nel corso dei periodi caldi della storia della Terra. Comprendere lo scioglimento passato dei ghiacci della Groenlandia, concludono gli esperti, “e’ fondamentale per prevedere come rispondera’ al riscaldamento climatico in futuro, e quanto rapidamente potra’ avvenire lo scioglimento dei ghiacci”.