Sono soprattutto l’abbondante quantità di neve ancora presente sui versanti di Alpi ed Appennini, grazie al perdurare di temperature rigide (l’indice Snow Water Equivalent, pur in calo, si mantiene + 13,2% sulla media 2006-2020), nonché il confortante stato degli invasi piacentini (Mignano e Molato oltre il 90% di riempimento) a non allarmare di fronte ad una situazione idrica da profondo rosso per i fiumi dell’Emilia Romagna, tutti abbondantemente sotto la media mensile con l’Enza, che tocca il minimo storico con una portata di soli 2,7 metri cubi al secondo (Secchia: mc/sec 3,2 contro una media di mc/sec 31,2; Savio: mc/sec 3,6 contro una media di mc/sec 24,3; Reno: mc/sec 4,1 contro una media di mc/sec 25,0; Trebbia: mc/sec 9,6 contro una media mc/sec 22,6): a segnalarlo è il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.
Secondo i dati dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, la stabilità meteorica ha fatto segnare un drastico calo anche per la portata del Grande Fiume, scesa per la prima volta quest’anno sotto la soglia dei 1000 metri cubi al secondo, confermando un -24% rispetto alla media del periodo.
“La stagione irrigua è appena all’inizio, ma l’instabilità delle disponibilità idriche, dimostra ancora una volta la necessità di nuovi invasi, funzionali a garantire la sicurezza d’acqua, indispensabile per un’agricoltura d’eccellenza come quella dell’Emilia Romagna” afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue(ANBI).
Sono in calo anche i livelli idrometrici dei grandi laghi del Nord con Lario ed Iseo crollati sotto le medie storiche.
Se resta straordinaria la portata della Dora Baltea in Valle d’Aosta (mc/sec 36,4 contro una media pari a mc/sec 5,0) ed i fiumi piemontesi hanno andamento altalenante (Maira e Stura di Lanzo in crescita; Tanaro, Sesia e Pesio in calo), restano in forte deficit idrico i fiumi della Toscana (Arno, Serchio, Ombrone, Sieve) con portate più che dimezzate rispetto alla media (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
Rimangono, invece, confortanti le portate dell’Adda, in Lombardia, così come dei fiumi veneti (Piave, Livenza, Adige, Tagliamento, Brenta): tutte superiori agli anni recenti.
Lo stesso trend si registra per i fiumi marchigiani (Esino, Potenza, Tronto, Nera, Sentino) come per i flussi di Tevere, Liri Garigliano e Sacco nel Lazio.
Sono in calo, invece, i livelli idrometrici dei fiumi campani, che tornano ad essere inferiori alle medie dell’ultimo quadriennio a causa di precipitazioni solo sporadiche, concentratesi in montagna e spesso a carattere nevoso: Volturno e Garigliano registrano cali più marcati, mentre i livelli del Sele presentano diminuzioni più contenute; si segnala anche una contrazione della quantità d’acqua trattenuta negli invasi del Cilento.
Continuano, invece, a crescere i volumi invasati nei bacini della Basilicata (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale) e che hanno superato i 441 milioni di metri cubi (+ 161,01 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa); stesso trend seppur più lieve per gli invasi della Puglia che, con quasi 296 milioni di metri cubi, segnano oltre 153 milioni in più sul 2020.
“Si verifica – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – questa legge del contrappasso idrico con risorse abbondanti, laddove fu emergenza idrica l’anno scorso, lenita solo dalle riserve dovute al riempimento pluriennale di serbatoi ormai indispensabili anche nelle regioni del Nord Italia. Il nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica del Paese ne prevede 13, capaci di incrementare la capacità complessiva di oltre 58 milioni di metri cubi con un investimento di circa 477 milioni, capaci di garantire quasi 2.400 posti di lavoro.”