Oggi l’Etna ha prodotto il 14° parossismo dell’ultimo mese. In questo articolo, ripercorreremo velocemente le eruzioni recenti del vulcano, che hanno generato spettacolari fontane di lava e ricoperto di cenere molti paesi della Sicilia, ma non solo, attraverso le immagini dei satelliti (vedi foto della gallery scorrevole in alto e video seguenti).
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La prima eruzione della serie, avvenuta il 16 febbraio, ha prodotto una nube di cenere che ha raggiunto circa i 10km sopra il livello del mare. Il pennacchio si è spostato rapidamente verso sud sulla spinta di forti venti settentrionali.
Solo 32 ore dopo si è verificata un’altra impressionante eruzione, con il pennacchio che ha raggiunto un’altezza di circa 10km. Questa volta i forti venti hanno trasportato la nube verso sud-est, in direzione della Libia.
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Il 3° parossismo si è verificato 33 ore dopo il 2°, alle 9:30 del 19 febbraio. L’impressionante colonna eruttiva, con nube ad ombrello, è stata osservata da molte località della Sicilia. Questa eruzione ha prodotto 5,4 kilotoni di anidride solforosa. Il pennacchio di anidride solforosa ha viaggiato verso est in direzione di Creta, dove è arrivato la mattina del 20 febbraio.
Nei giorni seguenti, l’Etna ha continuato la sua regolare attività, con un nuovo parossismo ogni 36-48 ore. La quarta, quinta, sesta e settima eruzione sono stati spettacolari eventi notturni, molto simili ai precedenti parossismi. Solo il 6° parossismo, quello del 23 febbraio, è stato un po’ diverso: si è verificato solo 5 ore dopo il 5° e ha rilasciato un pennacchio di pura cenere. Con i venti che nel frattempo sono diventati orientali, tutti i pennacchi di queste eruzioni si sono spostati verso la Sicilia occidentale e il Tirreno. L’eruzione del 21 febbraio ha prodotto 11,2 kilotoni di anidride solforosa mentre quella del 23 febbraio 18,7 kilotoni.
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L’ultimo parossismo di febbraio si è verificato il 28, dopo un intervallo più lungo rispetto ai precedenti sette. Dopo circa 3 giorni e mezzo, l’8° parossismo si è verificato alle 9 di domenica 28. Mentre il pennacchio di cenere si è dissolto velocemente entro poche ore, il pennacchio di anidride solforosa ha percorso una lunga distanza nel Mediterraneo, verso Creta e il Medio Oriente. Questa eruzione ha prodotto 15,7 kilotoni di anidride solforosa.
Le eruzioni sono continuate a marzo, con intervalli molto regolari. Nelle prime due settimane di marzo, ci sono state altre 4 eruzioni. Il numero totale tra il 16 febbraio e il 17 marzo è stato di 14, con intervalli molto regolari tra l’una e l’altra di 2,5 giorni in media. Dopo poco più di due giorni dall’8°, si è verificato il 9° parossismo nel pomeriggio del 2 marzo. L’evento è stato notevole per la sua durata.
Etna, il viaggio della nube eruttiva del 2 marzo [VIDEO]
Meno di due giorni dopo, si è verificato il 10° parossismo nella mattina del 4 marzo: prodotti 9 kilotoni di anidride solforosa.
Etna, il viaggio della nube eruttiva del 4 marzo [VIDEO]
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Dopo altri 3 giorni, è avvenuto l’11° parossismo, la cui colonna eruttiva ha superato i 10km.
Etna, il viaggio della nube eruttiva del 7 marzo [VIDEO]
Nella notte tra 9 e 10 marzo, è iniziato il 12° parossismo, durato più di 3 ore. Secondo l’Agenzia Meteorologica del Giappone, il pennacchio di anidride solforosa dell’Etna ha raggiunto l’Asia e il Giappone. Il 12 marzo, il pennacchio vulcanico era ancora visibile agli occhi del satellite Meteosat-11, con la cenere che aveva raggiunto persino i 14-15km di altezza.
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Nella notte tra 14 e 15 marzo, è avvenuto il 13° parossismo, mentre il 17 marzo si è verificato il 14° episodio.
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Le nubi eruttive del 16 e del 19 febbraio 2021 hanno raggiunto un’altitudine a -56°C, mentre quella del 28 febbraio a -57°C. Poiché il valore medio della temperatura nella tropopausa (ossia lo strato di atmosfera che separa la troposfera dalla stratosfera), è di circa -57°C, possiamo dire che in questi 3 casi, le nubi eruttive sono arrivate al limite della stratosfera, che mediamente inizia oltre i 12km di altitudine.
Sulla base di questi dati, ancora più potenti risultano le eruzioni del 21, 23 e 24 febbraio e del 4 marzo. Avendo raggiunto un’altitudine a più di -60°C, possiamo ipotizzare che le nubi eruttive abbiano raggiunto la stratosfera.